“Tante le persone care | di cui non abbiamo notizia”

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25 Febbraio 2011, 11:57

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“Oltre ai due docenti palermitani bloccati a Misurata, in Libia ci sono tante persone di cui i propri cari non hanno notizie da giorni. Ci sono familiari di miei conoscenti che non riescono a mettersi in contatto con i propri parenti, ci sono i lavoratori dell’Eni e dell’Impregilo. La situazione è drammatica”. L’ha detto il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, conversando con i giornalisti a Palazzo d’Orleans. Lombardo ha ricordato la sua esperienza di qualche anno fa in Libia. “Incontrai Gheddafi assieme ad altre persone – ha raccontato – Per tre giorni rimanemmo sotto un tendone, completamente isolati. I telefoni cellulari non funzionavano, anche dall’hotel non riuscivo a mettermi in contatto con la mia famiglia. Il regime aveva interrotto qualunque tipo di collegamento per questioni di sicurezza. Solo in piena notte, dopo avere insistito più volte, convinsi la direzione dell’hotel a chiamare casa mia, e dopo che verificarono che in effetti al telefono c’era mia moglie, mi consentirono di parlarle”.

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“Non parlo di respingimenti ma di assistenza e protezione di queste persone lì dove vivono – ha sottolineato Lombardo – è un discorso che l’Unione europea ha sempre annunciato ma che non ha mai fatto”. “Ci si incontri con gli Usa, con la Francia o con la Spagna – ha proseguito il governatore – per aiutare i libici. In caso contrario, con il miglioramento delle condizioni meteo qui arriveranno centinaia di migliaia di persone. E’ ancora il caso di attardarsi sul sì o no al ‘villaggio degli Aranci’ di Mineo? Qui non bastano tutte le caserme d’Italia per accogliere queste persone. Bisogna intervenire e non certo sparando sulla gente o con i respingimenti, ma aiutando questi poveracci lì e poi finalmente aiutarli a vivere e a lavorare e non a continuare a sfruttarli con una logica coloniale, che da qualche decennio vige nei rapporti con i paesi del Nord Africa”. Per Lombardo “é importante che, al di là delle telefonate, i paesi alleati, la Nato, gli Usa o l’Italia si facciano vivi in quell’area e questa non vuole essere una critica a nessuno”. “Comprendo bene che ci sono accordi e che con qualunque tipo di iniziativa bisogna andarci con i piedi di piombo” conclude”.

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25 Febbraio 2011, 11:57

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