Tanti giovani tra giunta e Ars | Gente nuova nei palazzi del potere

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03 Dicembre 2017, 15:34

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PALERMO – C’è il friulano di Sicilia e la faccia fresca dal cognome noto, c’è il fedelissimo del presidente e la religiosissima farmacista. È la “gens nova” approdata ai palazzi della Regione dopo il voto del 5 novembre. In giunta e all’Ars, e negli uffici della burocrazia che presto, prestissimo si popoleranno di altri volti e cognomi inediti.

Nella giunta di Musumeci, a forte trazione politica e dal look “classic”, sbucano tre volti meno conosciuti. Nessuno di questi, per la verità, è del tutto un novizio. Ma a guardar bene è lì che può essere rintracciato qualche elemento di novità. Perché Ruggero Razza non è certamente alle prime armi: fu assessore alla Cultura e vicepresidente della Provincia di Catania guidata da Giuseppe Castiglione. E anche candidato alle Regionali, pochi anni fa. Abbastanza per essere assai conosciuto nella Sicilia orientale, ma non altrettanto per essere sovrapponibile, in termini di storia politica e frequentazione del Palazzo della Regione, con i vari Mimmo Turano, Gaetano Armao e Roberto Lagalla che assessori già lo sono stati, o con gli esperti Toto Cordaro e Marco Falcone, capigruppo uscenti.

Ha chiesto la benedizione del vescovo, prima di partire da Caltanissetta in direzione Palazzo d’Orleans. “Sono credente”, racconta Mariella Ippolito, presidente dell’ordine dei farmacisti di Caltanissetta, voluta in giunta direttamente dall’ex governatore Raffaele Lombardo: è lei l’autonomista al Lavoro. In una giunta dove trova posto anche Sandro Pappalardo, cognome sicilianissimo e accento nordico. Colonnello dei carabinieri nato e cresciuto in Friuli, infatti, aggiunge ai modi disciplinati imposti dalla divisa, ai valori tutti patria e famiglia a fondamento di Fratelli d’Italia che l’ha voluto in giunta, anche i modi un po’ più algidi del Nordest. Adesso dovrà andare a pescare un po’ di calore originario, quello di Biancavilla, il paese d’origine della sua famiglia.

In giunta, le novità (si fa per dire anche nel caso di Pappalardo, che fu anche candidato alle Europee) si fermano lì. Ma non le “facce nuove” proiettati dalle ultime elezioni nei palazzi che contano. È ad esempio il caso di Giusy Savarino, tra gli animatori della prima ora del movimento del governatore Musumeci: nata a metà degli anni ‘70, contribuirà ad abbassare l’età media del parlamento siciliano.

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Luigi Genovese invece è non solo nuovo, ma anche giovanissimo. Quel cognome, però, è notissimo e a suo modo storico, visto che era quello portato già con successo e con qualche susseguente guaio, dal nonno omonimo Luigi, già ministro che passò il testimone a Francantonio, che ha a sua volta “investito” Luigi junior, condividendo con lui non solo un patrimonio di voti, ma anche, come racconta la Procura di Messina, anche qualche recente guaio giudiziario. Sempre da Messina arriva un under 40 come Antonio Catalfamo, eletto con Fratelli d’Italia, mentre giovane (ha 36 anni) è anche Rossana Cannata. Ma in quest’ultimo caso quel cognome nella provincia aretusea è assai conosciuto: il fratello Luca è infatti il sindaco di Avola, ed è molto “ascoltato” nel partito forzista. Faccia nuove all’Ars è quella di un altro messinese: l’avvocato Tommaso Calderone è stato capace di “bruciare” un campione delle preferenze nel Messinese come Nino Germanà.

E davvero il collegio dello Stretto sembra portare la più forte ventata di novità. Anche nel Pd, che registra l’elezione di Francesco De Domenico, non giovanissimo (ha 55 anni), ma alla prima apparizione all’Ars: con la sua elezione ha “schiodato” dallo scranno di Sala d’Ercole l’eterno Pippo Laccoto. Arriva dal mondo dell’Università: è stato il segretario generale dell’Ateneo di Messina. E il Pd porta a Sala d’Ercole un altro giovane: Michele Catanzaro ci aveva provato cinque anni fa, nella lista del Cantiere popolare, ma non riuscì, per poco, a centrare l’elezione. Poco dopo, il passaggio nel “nuovo” Pd di Renzi e pochi giorni fa l’approdo a Sala d’Ercole tra i Dem, a 36 anni, dopo aver battuto nel collegio di Agrigento l’ex vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello e un altro “big” come Giovanni Panepinto.

E ovviamente, una “squadra” di facce nuove è stata portata all’Ars dal Movimento cinque stelle. Ben nove debuttanti che si aggiungono agli 11 uscenti. Ma ovviamente c’è “nuovo” e “nuovo”. Stefania Campo, ad esempio, è stato assessore nella giunta del sindaco di Ragusa Federico Piccitto. Da quella giunta si è però dimessa per un presunto caso di parentopoli: secondo l’opposizione avrebbe favorito il marito, assunto da una cooperativa appaltatrice del servizio di lettura contatori dell’acqua. A proposito di mariti, assai conosciuto a Palermo è il coniuge di un’altra neo deputata grillina, Roberta Schillaci: Maurizio Trapani è stato un amministratore di Amg Energia e tra i consulenti dell’Amia, la municipalizzata del Comune di Palermo crollata, ai tempi del sindaco Cammarata, anche a causa delle spese esagerate. Erano gli anni dei viaggi a Dubai e delle mega-parcelle e, appunto, delle tante consulenze che contribuirono ad accelerare il cammino della ditta verso il fallimento. Perché a volte, anche il “nuovo” può essere legato, in un modo o nell’altro, al passato.

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03 Dicembre 2017, 15:34

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