05 Maggio 2017, 06:01
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PALERMO – La punciuta? Una cerimonia desueta nella mafia dei giorni nostri. Così racconta il pentito del Borgo Vecchio Giuseppe Tantillo.Il rituale – la santina brucia sul palmo della mano dell’uomo d’onore, bagnata da una goccia di sangue, mentre il nuovo affiliato recita la formula del giuramento – non è stato rispettato per Tantillo, uomo del Borgo Vecchio, mandamento mafioso di Porta Nuova.
La cronaca racconta, però, che in tante altre occasioni Cosa nostra è rimasta ancorata alla tradizione “Diciamo che è una cosa che non la usano tanto – racconta il pentito ai pubblici ministeri Annamaria Picozzi e Amelia Luise – ma è raro che viene fatta la punciuta, a meno che è una persona di alto rilievo e viene battezzato, da quello che noi sappiamo e abbiamo appreso nel mondo criminale, mafioso”.
Come avvenne l’ingresso ufficiale di Tantillo nella famiglia mafiosa? “Nel luglio 2011… una parlata formale che ho avuto con lui (Giuseppe Di Giacomo, all’epoca reggente e poi ucciso a colpi di pistola alla Zisa, ndr) e poi siamo stati presentati io e mio fratello (Domenico Tantillo, ndr) agli altri esponenti di Porta Nuova, cioè come Tommaso Di Giovanni, Alessandro D’Ambrogio, Nino Ciresi, Nicola Milano… e fummo presentati come responsabili della famiglia mafiosa del Borgo Vecchio”.
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05 Maggio 2017, 06:01