28 Marzo 2013, 12:16
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CATANIA – È protesta sulla mancata decisione da parte del Consiglio dei Ministri di rinviare l’applicazione della TARES, la tassa sui rifiuti e servizi, dal 1 luglio del corrente anno al 1 gennaio del 2014. L’associazione dei commercianti etnea, preoccupata degli effetti devastanti che l’applicazione della nuova tassa potrà avere sulle categorie produttive, chiede, infatti, alla deputazione eletta nel collegio di attivarsi per ottenere il rinvio intravedendo nell’applicazione della TARES un concreto pericolo per la vita delle piccole e medie imprese della provincia, già al collasso per effetto di una contrazione dei consumi che ha determinato la chiusura di centinai di negozi, coinvolgendo anche le tradizionali vie dello shopping.
“Prevediamo che con la nuova tariffa – spiega preoccupato Francesco Sorbello funzionario della Confcommercio di Catania – l’incremento medio dei costi a carico delle imprese si aggirerà intorno al 320%, senza risparmiare alcuna categoria. Un aumento medio tra i più alti nel Paese. Si va da aumenti del 60% per i negozi di abbigliamento, calzature, librerie ferramenta ed altri beni durevoli – aggiunge – al 170% dei distributori di carburanti, al 370% di bar, al 550% dei ristoranti, al 650% delle discoteche. Numeri impressionanti specie per quelle categorie imprenditoriali che operando su grandi superfici già pagano importi considerevoli. Un grande ed importante bar – ristorante di Catania, solo per citare un esempio, in virtù della notevole superficie su cui opera, con la TARSU pagava oltre 50 mila euro l’anno, con la nuova tariffa, differenziando la superficie del bar e quella del ristorante, potrebbe arrivare a oltre 135 mila euro. A quel punto non gli restano molte alternative alla chiusura o di un ramo d’azienda, il ristornate, con il relativo licenziamento di almeno 4/5 lavoratori o addirittura alla chiusura di tutta l’attività ed il licenziamento di tutto il personale”. Che ci sia qualcosa che non funziona nell’applicazione della TARES sarebbe del tutto evidente, per Confcommercio che ha elaborato una tabella per dimostrare l’impatto che la nuova tassa avrà sulle varie categorie commerciali (GUARDA LA TABELLA)
“Il silenzio del governo – dichiara il presidente provinciale di Confcommercio Riccardo Galimberti – è preoccupante, nella misura in cui non si è compreso l’effetto devastante della nuova tariffa sui rifiuti. Occorre continuare ad applicare, in via transitoria e solo per il corrente anno, il previdente sistema di tassazione, in attesa di modificare in modo sostanziale il nuovo. Per questo motivo chiediamo alla deputazione nazionale eletta nella nostra provincia di portare al governo anche il nostro grido d’allarme”. In caso contrario, ritengono i rappresentanti dei commercianti, il già compromesso settore subirà un colpo dal quale sarà difficile riprendersi. “Se alziamo ancora la tassazione – concludono i due esponenti Confcommercio – non ci sarà alternativa alla chiusura per molti colleghi, specie nel settore del food, della ristorazione ed alberghiero”.
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28 Marzo 2013, 12:16