28 Settembre 2013, 07:24
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PALERMO – La Tares, da oggi, è una realtà. Per la poca gioia dei palermitani. Sala delle Lapidi all’alba ha infatti varato il regolamento del nuovo tributo (e relative tariffe) che prevede da subito un’importante novità: il saldo, inizialmente fissato per il 15 novembre, è stato slittato e proposto in due forme, ovvero si potrà pagare con un’unica soluzione il 16 dicembre o rateizzarlo, pagando il 50 per cento il 16 dicembre e la restante metà entro gennaio del 2014.
Ma la Tares, oltre a costare per le famiglie molto più della Tarsu (si va da rincari del 30 a quelli del 39 per cento), prevederà anche agevolazioni e riduzioni per giovani coppie, copie di fatto, donne vittime di violenze, anziani, indigenti, famiglie con disabili, imprenditori che denunciano il pizzo, aziende che assumono e riciclano e teatri.
A pagare la Tares saranno tutti coloro che occupano un locale, quindi gli affittuari e non i proprietari (a differenza della Tarsu), e dal 2014 lo si potrà fare in unica soluzione entro giugno o in quattro rate: 31 marzo, 30 giugno, 30 settembre e il saldo il 16 dicembre. Una tassa istituita dal governo Monti e il cui gettito in parte andrà direttamente allo Stato, mentre per la restante servirà a coprire i tagli nazionali e regionali: insomma, un salasso per i cittadini che verrà versato direttamente ai comuni senza che però questi possano incidere più di tanto sui coefficienti. A Palermo, poi, la Tares sarà particolarmente salata: il gettito previsto per il 2013 è di 122 milioni, che salgano a 144 dal 2014. Somme che serviranno a coprire per intero il costo di raccolta e smaltimento dei rifiuti, ovvero a pagare le fatture della Rap.
La Tares, secondo quanto stabilito per legge, si compone di due elementi: una parte fissa, destinata a coprire i costi del servizio, e una variabile rapportata alla quantità dei rifiuti prodotti. E la ratio della tassa, che la differenzia dalla Tarsu, è proprio questa: paga di più chi produce più rifiuti. Un principio che si traduce in una maggiorazione per i nuclei familiari più numerosi, mentre a pagare di meno saranno i single o le coppie: se la Tarsu si basava solo sull’estensione dell’abitazione (non importava il numero degli inquilini), la Tares oltre a questo criterio si basa anche sul numero degli occupanti.
Un single che abita in un appartamento di cento metri quadrati pagherà quindi 286,39 euro, rispetto ai 218 della Tarsu, e la somma aumenta al crescere del numero dei componenti del nucleo familiare. In media si calcola un rincaro del 30 per cento per le famiglie, mentre risparmiano le attività commerciali e in particolare le banche (-10 euro a metro quadrato) e gli studi professionali (-4 euro a metro quadrato).
UTENZE DOMESTICHE Il numero dei componenti del nucleo familiare si calcola comprendendo anche le badanti, se abitano nella stessa casa e lavorano per più di sei mesi l’anno, mentre vanno sottratti eventuali figli che studino fuori Palermo in università pubbliche. Tocca però al contribuente dichiarare quanti sono i componenti, altrimenti il Comune si baserà sulla superficie: fino a 70 metri quadrati si considera un occupante; fino a 90 due; fino a 110 tre; fino a 130 quattro; fino a 150 cinque e sei per abitazioni ancora più grandi. Per quanto riguarda i metri quadrati sui quali calcolare, non vanno considerate le superfici non coperte come balconi e giardini, ovvero tutte quelle non catastabili.
UTENZE NON DOMESTICHE Rientrano in questo gruppo praticamente tutte le attività produttive, ma anche associazioni, scuole, musei, biblioteche, luoghi di culto e ospedali.
RIDUZIONI Godono di una riduzione del 20 per cento sia per la quota fissa che per la variabile le abitazioni non più grandi di 70 metri quadrati. Riduzione che sale al 30 per le case a uso stagionale, le rurali, per coloro che avviano il compostaggio domestico, per chi applica la differenziata ma solo quando verrà messo a punto un sistema di “misurazione”; stessa riduzione per le utenze non domestiche che riciclano il 70 per cento dei rifiuti speciali.
AGEVOLAZIONI ED ESENZIONI Riduzione del 25 per cento sia per la quota fissa che per la variabile per chi gode di buono casa, integrazione all’affitto e sussidio straordinario o chi ha un minore in affido (considerata la quota variabile). Sale al 30 per cento per anziani soli (65 anni uomini e 60 donne) o in coppia con reddito complessivo non superiore al doppio della fascia esente dalla dichiarazione dei redditi; famiglie con disabili al 100 per cento con reddito complessivo non superiore al doppio della fascia esente dalla dichiarazione dei redditi; enti assegnatari di beni confiscati; immobili occupati da ordini religiosi senza fini commerciali; giovani coppie (anche unioni civili) in cui l’età di uno dei due non sia superiore ai 32 anni, che abbiano una casa non più grande di 100 metri quadrati e il cui reddito non sia superiore a 24mila euro (agevolazione valida per il biennio); imprenditori che denunciano il pizzo; donne vittime di violenze (per un biennio). Agevolazioni previste anche per le aziende (valide per tre anni) che assumono: riduzione del 30 per cento per chi assume da uno a cinque dipendenti; del 40 da sei a dieci; del 50 da dieci in su. Trenta per cento in meno anche per i teatri che chiudono in estate. Sono esentati: le famiglie che sono assistite in modo permanente dal Comune; le famiglie che vivono grazie a una sola pensione bassa; le organizzazioni che svolgono servizi di accoglienza degli indigenti; le aziende partecipate che occupano aree scoperte di interesse pubblico.
DOMANDE DI ESENZIONE E RIDUZIONE Per godere delle agevolazioni, delle esenzioni e delle riduzioni è necessario fare apposita domanda al Comune, da rinnovare annualmente, tranne per invalidi e anziani.
MULTE Il Comune, per svolgere accertamenti, può inviare questionari ai contribuenti che, in caso di mancata o errata compilazione, comportano una multa di cento euro.
BOLLETTINI Il Comune potrà inviare appositi bollettini con la specifica del numero dei componenti del nucleo familiare dichiarati in precedenza.
COME CALCOLARE LA TARES (vedi tabelle) Per le utenze domestiche, in base alle tabelle approvate, bisogna anzitutto prendere in considerazione i coefficienti corrispondenti ai componenti del nucleo familiare, moltiplicare la quota fissa per i metri quadrati, aggiungere la quota variabile, aggiungere il 5 per cento di tassa provinciale e altri 30 centesimi a metro quadrato di tassa statale. Nel caso di un appartamento di cento metri quadrati abitato da una sola persona, per esempio, bisogna moltiplicare la quota fissa (2,339) per cento metri quadrati, aggiungere la quota variabile di 10,29 euro, aggiungere il 5 per cento (pari a 12,20 euro), aggiungere 30 euro di tassa statale: in totale 286,39 euro. Procedimento analogo per quelle non domestiche, con l’unica eccezione che in quel caso la quota variabile va moltiplicata anch’essa per i metri quadrati. Il consiglio comunale ha applicato i coefficienti minimi alle utenze non domestiche, mentre ha applicato quelli medi alle domestiche (in parte compensati da riduzioni e agevolazioni). Ovviamente, per il 2013 si dovrà sottrarre quanto già versato con l’acconto.
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28 Settembre 2013, 07:24