Tari, approvate le tariffe| Dagli evasori sei milioni

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31 Marzo 2019, 23:40

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PALERMO – Una Tari leggermente più salata per le famiglie, anche se le agevolazioni compenseranno un aumento che va da 30 centesimi a meno di cinque euro l’anno, e leggermente più bassa (-0,4%) per negozi, associazioni e imprese, ma il gettito totale aumenterà di ben sei milioni di euro (arrivando a 128) grazie alla lotta all’evasione che ha permesso in un anno di scovare 1,2 milioni di metri quadrati che finora i “furbetti” non avevano mai dichiarato. Al termine di una seduta non proprio tranquilla, il consiglio comunale di Palermo ha varato le nuove tariffe per il 2019 della tassa sui rifiuti che, come prevede la legge, serve a finanziare il ciclo dei rifiuti e quindi per lo più la Rap.

Un traguardo obbligato, visto che per legge le aliquote andavano approvate al massimo entro oggi, ma per niente scontato: la delibera è arrivata in enorme ritardo, nelle commissioni è stata perfino bocciata. Quella che poteva essere una pratica tutto sommato tranquilla, si è infatti trasformata per l’amministrazione Orlando in una vera e propria strada in salita. Guardando i numeri, infatti, le tariffe rispetto allo scorso anno sono cambiate veramente di pochissimo: una famiglia di tre persone che vive in un appartamento di 100 metri quadrati pagherà 1 euro e 35 centesimi in più all’anno, che diventano 2,66 se i componenti sono quattro o 4,86 se sono cinque; gli stabilimenti balneari avranno un incremento dello 0,01% mentre godranno di uno sconto di 40 centesimi per metro quadrato teatri, alberghi, negozi, bar e supermercati. Insomma, nessuna stangata. In effetti però il gettito totale della Tari passerà nel 2019 da 122 a 128 milioni di euro (quindi sei milioni in più di cui due destinati al Fondo crediti, visto che in media un palermitano su tre non paga), ma per lo più grazie a 1,2 milioni di metri quadrati non dichiarati e scovati dagli uffici comunali specializzati in lotta all’evasione: un allargamento della base imponibile che consente di incassare di più, anche se i soldi non verranno restituiti ai palermitani con un taglio delle tasse ma serviranno a sostenere la Rap, azienda che nel 2018 ha fatto segnare una perdita di oltre 12 milioni di euro.

Incredibilmente, però, la delibera ha scatenato malumori non solo fra le opposizioni, con il M5s che ieri ha montato i banchetti in città per protestare contro l’aumento della Tari, ma anche nella stessa maggioranza col sindaco Orlando costretto, ieri pomeriggio, a riportare la calma fra i suoi e a spiegare il provvedimento nel tentativo di compattare i consiglieri comunali. Obiettivo centrato ma non senza difficoltà, anche a causa di una strategia comunicativa non proprio azzeccata e che ha caricato di tensioni un passaggio politico che sarebbe potuto essere molto più tranquillo.

In un’Aula a nervi tesi, con l’assessore al Bilancio Roberto D’Agostino, il vicesindaco Fabio Giambrone, l’assessore all’Ambiente Giusto Catania e il titolare del Suap Leopoldo Piampiano sui banchi del governo, la maggioranza è riuscita comunque a centrare l’obiettivo approvando l’atto e incassando anche il voto positivo dello zingarettiano Giovanni Lo Cascio. Approvato anche un ordine del giorno che impegna l’amministrazione a presentare entro 45 giorni il piano di risanamento della Rap, il piano industriale e il bilancio 2018, a dare precedenza alla mobilità orizzontale, a destinare i futuri proventi della lotta all’evasione al taglio delle tariffe. I 128,2 milioni comprendono 3,7 milioni per la Srr, l’iva al 10% (e pari a quasi 11,5 milioni) e il tasso di inflazione all’1,2%, mentre il corrispettivo per Rap passa da 111 a 119 milioni, iva inclusa, di cui sei di Tari e due di economie; il Piano economico della Rap nel 2019 aumenta da 114,5 a 120,2 milioni.

“Pagare tutti per poter pagare tutti di meno – commenta il sindaco – Questo era stato l’impegno e su questa strada ci siamo avviati. Grazie alla sempre più serrata ed efficiente lotta all’evasione e all’applicazione del regolamento, che avvantaggia le famiglie numerose e a basso reddito, siamo riusciti a determinare una diminuzione del costo della Tari per tutte le aziende mentre per le famiglie vi sarà, solo in alcuni casi, un aumento impercettibile. Nei prossimi anni, col sempre maggiore contenimento dei costi e la riorganizzazione della Rap e continuando a perseguire gli evasori, siamo certi che sarà possibile avviare un progressivo abbattimento della tariffa anche per tutte le famiglie, che però dipende sempre dal maggiore impegno che i cittadini metteranno per la differenziata che, se è fatta bene, permette alla Rap di ridurre i propri costi”.

“La Rap non ha problemi di carattere finanziario – dice l’assessore D’Agostino – Le risorse previste nel contratto di servizio attualmente in vigore sono puntualmente pagate ogni mese, unitamente a una quota parte, corrisposta mensilmente, relativa a crediti ereditati e certificati che ogni mese vengono accreditati alla società e che sono in corso di azzeramento. L’avvio complessivo di tutti i Centri di raccolta comporterà un considerevole salto in avanti sul fronte della raccolta differenziata, puntando alla quota del 50% rispetto all’attuale del 20%. Un obiettivo non velleitario, in considerazione del fatto che Napoli è arrivata a superare il 45% in soli due anni”.

“Questi sei milioni in più che andranno a Rap – ha dichiarato l’assessore all’Ambiente Giusto Catania – sono però ‘condizionati’ a un piano di efficientamento che impone un recupero di efficienza di circa il 6%. In questa direzione vanno gli investimenti concordati per attrezzare i Centri di raccolta: non basta aprirli, ma occorre prevedere cosa è necessario per farli diventare dei veri e propri centri intermedi per diminuire i costi di trasferimento degli attuali compattatori verso Bellolampo e i costi di straordinario dei dipendenti”.

Utenze domestiche

QUANTO PAGANO LE FAMIGLIE
Tra il 2018 e il 2019, prendendo in considerazione 100 metri quadrati, aumentano le aliquote per le utenze domestiche: 1,85 euro all’anno in più per i single, 30 centesimi per le coppie, 1,35 euro per tre persone, 2,66 euro per quattro, 5,86 per cinque e 4,94 per sei o più. Bisogna però considerare che i nuclei più numerosi possono richiedere a gennaio alcune agevolazioni, con sconti fino al 30% che compensano gli aumenti.

Utenze non domestiche

SCONTI PER I NEGOZI
Rispetto al 2018, c’è in media una riduzione di poco meno di 40 centesimi a metro quadrato. Ad eccezione degli stabilimenti balneari, che fanno registrare +0,01%, tutto il resto riporta il segno meno: 2,4 euro a metro quadrato per cinema e teatri, 7,4 per alberghi con ristorante, 6,5 per uffici, 6,6 per le carrozzerie, 18,6 per mense e bar, 11,4 per supermercati e panifici.

EVASIONE
Confrontando il 2018 e il 2019, il Comune grazie all’incrocio con la banca dati del Catasto ha scoperto 1,2 milioni di metri quadrati non dichiarati e che quindi verranno tassati: di questi 915 mila per le utenze domestiche e 327 mila per le non domestiche. Negli ultimi cinque anni i metri quadrati delle abitazioni sono passati dai 26 milioni del 2014 ai quasi 29 del 2019; dai sette milioni delle non domestiche agli otto milioni di quest’anno. Un trend in crescita, anche se non sempre costante: dal 2014 al 2015 i metri quadrati sono stati 751 mila in più; dal 2015 al 2016 691 mila; dal 2016 al 2017 un milione; dal 2017 al 2018 214 mila; dal 2018 al 2019 un milione e 242 mila.

Il confronto con le altre città

LE ALTRE CITTÀ
Dai conti fatti dall’amministrazione Orlando, si evince che a Palermo la Tari è meno cara che in altre grandi città. Una famiglia di tre persone che vive in una casa di 80 metri quadrati paga 243 euro l’anno a Palermo ma 309 a Genova, 382 a Napoli, 280 a Milano e 297 a Roma. Se l’abitazione è invece di 110 metri quadrati, la tassa (sempre per tre persone) è di 319 euro a Palermo, 388 a Genova, 448 a Napoli, 336 a Milano e 396 a Roma. Meno salata Bologna, anche se qui le aliquote salgono rispetto al capoluogo siciliano per i single e sono più moderate per le famiglie: chi vive da solo a Palermo paga da 120 a 321 euro, a seconda della grandezza della casa, mentre a Genova si va da 134 a 334 euro; a Roma da 142 a 392; a Milano da 124 a 277; a Napoli da 191 a 367. Palermo è meno cara per le famiglie numerose: cinque componenti in 110 metri quadrati pagano 359 euro in città contro i 478 di Genova, i 415 di Roma, i 439 di Milano e i 559 di Napoli.

RAP
La delibera accontenta Rap, ma soltanto a metà. L’azienda nel 2018 ha perso oltre 12 milioni di euro, imputabili in parte alla discarica di Bellolampo, fra Tmb non compreso nel contratto e minori introiti per l’accesso negato agli altri comuni, e in parte all’allargamento del porta a porta che ha assorbito il personale prima impegnato nella manutenzione strade che è un servizio a fattura. La società aveva presentato un Piano economico con una richiesta di altri 12 milioni, ma il Comune ha stretto la cinghia e la richiesta è scesa a sei (a cui se ne aggiungono altri due derivati da economie), coperti proprio dalla lotta all’evasione: una somma che dà fiato alla Rap, il cui capitale sociale si è pericolosamente abbassato, ma che non consentirebbe l’assunzione di altro personale né, al momento, la mobilità. Palazzo delle Aquile dovrebbe ricapitalizzare l’azienda con la cessione della sede di piazzetta Cairoli e si attende l’apertura della settima vasca a Bellolampo (e quindi il ritorno degli altri comuni), ma l’amministrazione Orlando punta anche su nuovi impianti in discarica, compostiere, mezzi per lo spazzamento e isole ecologiche: misure che dovrebbero consentiranno di contenere i costi e di far quadrare i conti.

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Uno sforzo che però prevede una contropartita: non è un mistero che il sindaco da tempo chieda alla società guidata da Giuseppe Norata di migliorare i servizi e di riorganizzare il personale a partire dai dirigenti, e la nomina di un direttore generale potrebbe accelerare questo processo. Ma la pratica non si chiude certo qui. In estate scadrà l’attuale contratto di servizio con la Rap e già dalle prossime settimane l’azienda e il suo proprietario, cioè il Comune, dovranno sedersi al tavolo e definire il nuovo, con una discussione su costi e ricavi che non si preannuncia di certo facile.

LE REAZIONI

“La lotta all’evasione sulla Tari, la tassa sui rifiuti, continua a dare i suoi frutti: il comune di Palermo ha infatti scovato 1,2 milioni di metri quadrati in più che, ad aliquote praticamente invariate, consentiranno di incassare 6 milioni di euro in più nel 2019. Nessuna stangata, nessun aumento della Tari nonostante gli allarmi ingiustificati delle opposizioni che non hanno nemmeno letto le carte: anzi la nostra città ha aliquote più basse di quelle di Roma, Milano o Napoli”. Lo dice il capogruppo del Pd al consiglio comunale di Palermo, Dario Chinnici. “La delibera che il consiglio comunale ha approvato – continua Chinnici – prevede soltanto questo: le aliquote non cambieranno in modo significativo, semplicemente chi ha dichiarato una superficie inferiore al reale inizierà a pagare quanto dovuto, grazie alla lotta all’evasione portata avanti dagli uffici. Questi 6 milioni in più ridurranno le perdite della Rap, a cui però la città chiede più sforzi: servizi efficienti, una nuova organizzazione del personale ed isole ecologiche. Solo così avremo una società più solida e una Palermo più pulita, in attesa che la Regione realizzi quella settima vasca che consentirà anche ad altri comuni di conferire a Bellolampo”.

“L’aumento della Tari è soltanto l’ultima, in ordine di tempo, delle numerose conferme dell’incapacità degli attuali amministratori di Palermo – dice il gruppo M5s – Questa maggiorazione, voluta dal Sindaco Pd, altro non determinerà che vessare quei cittadini che pagano regolarmente le tasse, quando invece bisognerebbe effettuare una lotta serrata agli evasori totali. Si tratta di una misura che peraltro non evita un disastro da tempo annunciato: non aiuta la Rap ad uscire dalla crisi né tantomeno garantisce ai cittadini un migliore servizio. Per evitare il fallimento della Rap, infatti, sono necessari interventi sensati, come un piano di risanamento che passi per l’approvazione del piano industriale e del budget del 2019. Non è chiaro, inoltre, cosa succederà a partire da agosto, quando sarà esaurita la sesta vasca, e la Rap si ritroverà a non sapere dove conferire i rifiuti. Il MoVimento 5 Stelle continuerà a vigilare affinché i palermitani, molti dei quali già vivono difficili situazioni economiche, non vengano colpiti da altre tasse pensate per rimediare alle inadempienze dell’amministrazione Orlando. Continueremo la nostra battaglia per un serio rinnovamento e industrializzazione della Rap, che deve diventare un fiore all’occhiello per la nostra città”.

“Un programma economico e finanziario della Tari 2019 che è letteralmente campato in aria, non supportato dal piano industriale 2019-2021 e dal budget 2019 della Rap – dice Ugo Forello del M5s – Invece di abbassare le tariffe grazie ai risultati della lotta all’evasione, l’amministrazione e la sua maggioranza ha deciso di ‘regalare’, a scatola chiusa, altri 6 milioni di euro alla Rap. Si continua a navigare a vista con una società sempre più a rischio di fallimento a causa dell’incapacità di programmazione e pianificazione”.

“La lotta all’evasione ci permette di incassare sei milioni di euro in più di Tari a partire già dal 2019: le nuove aliquote non comporteranno significativi aumenti per i palermitani e le famiglie più numerose, grazie alle detrazioni previste, pagheranno tanto quanto l’anno scorso – commenta il capogruppo di Palermo 2022 Toni Sala – Tariffe comunque largamente inferiori a quelle delle altre grandi città italiane, ma determinanti per mantenere pubblico il servizio. Adesso però bisogna puntare sulla lotta alla morosità, così da aumentare le somme incassate nei tempi previsti, e migliorare il servizio reso dalla Rap, con investimenti mirati e nuove isole ecologiche che migliorino la performance aziendale”.

“Abbiamo votato contro la delibera che prevede un aumento, di alcuni milioni, del contratto di servizio perché all’aumento non corrisponde un servizio adeguato – dice il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo – Mancano il piano industriale, il budget economico-previsionale, il programma degli interventi e il piano finanziario Tari 2019. Insomma, una delibera da rispedire al mittente. Il presidente della partecipata cominci a riorganizzare l’azienda e renda più decorosa l’immagine della città. Porti in Aula il piano della pulizia dei marciapiedi, delle strade e intervenga con un piano efficace per rendere percorribili le strade oggi piene di buche. Abbiamo dato 45 giorni di tempo per presentare un nuovo piano aziendale, poi prenda atto della realtà e ne tragga le conseguenze”.

“L’amministrazione, forzando sui numeri, si è presa la grave responsabilità di aumentare di fatto il contratto di servizi con Rap – dice Fabrizio Ferrandelli – Questo avrà refluenze anche sull’accantonamento di circa 3 milioni sul fondo crediti di dubbia esigibilità di un bilancio previsionale già fragile. Siamo riusciti a far approvare un documento di opposizione che impone restrizioni precise e tempistiche su contratto di servizio, piano industriale e gestione delle somme. La sfida per noi è posticipata di 45 giorni”.

“Sicilia Futura ha votato favorevolmente – dice il capogruppo Gianluca Inzerillo – era un atto dovuto la cui approvazione non comporterà nessun aumento di Tari, ma a seguito della lotta all’elusione fatta da questa amministrazione ne deriverà soltanto per alcune tipologie di famiglie palermitane un aumento di circa sette euro l’anno. Inoltre nella  delibera si evidenzia la necessità di realizzare una serie di iniziative come già indicato nella proposta di Piano Industriale 2019/2021, ovvero il potenziamento della raccolta differenziata prevedendo l’assunzione di 264 unità e l’ampliamento della sesta vasca di Bellolampo. Sarà cura del nostro movimento lavorare quanto prima al contratto di servizio di Rap e di ascoltare insieme all’Amministrazione i vertici dell’Azienda poiché, se questa situazione di inefficienza persisterà, Sicilia Futura chiederà al Sindaco provvedimenti urgenti e risolutivi che mettano immediatamente in carreggiata l’azienda. Il senso di responsabilità, ancora una volta dimostrato, e la garanzia dei livelli occupazionali di Rap, sono priorità dell’azione del nostro gruppo”.

“Questi due giorni di dibattito sulle tariffe della Tari hanno mostrato a tutti le enormi criticità che una società strategica come la Rap sta affrontando – dice Andrea Mineo, Commissario Forza Italia e Vice Presidente della commissione Bilancio e Finanze – Il modo in cui l’amministrazione Orlando le sta affrontando è del tutto insoddisfacente. Per questa ragione abbiamo predisposto un ordine del giorno che impegna l’amministrazione a una vera azione di risanamento che passa dalla profonda rivisitazione del contratto di servizio”.

“Dopo giorni di informazioni distorte da parte delle minoranze che hanno voluto creare allarmismo nei cittadini, paventando aumenti vertiginosi dell’ imposta sui rifiuti, è stata approvata la delibera – dice Barbara Evola, presidente della commissione Bilancio e capogruppo di Sinistra Comune – Nessun aumento vertiginoso e meno che mai un piano salva-Rap. L’approvazione delle tariffe è un adempimento che ogni anno tutti i comuni d’Italia devono votare. Il dato indiscutibilmente positivo è dato da un aumento del gettito complessivo a seguito dell’individuazione di un milione e duecento mila metri quadri di superfici per le quali era stata finira evasa la tassa. Questi, dunque, i primi frutti della lotta all’ evasione e all’ elusione”.

“Bene l’approvazione della delibera, che prevede un aumento irrisorio per i cittadini che grazie alle detrazioni previste dal regolamento pagheranno tale e quale come l’anno precedente, ma adesso basta. Bisogna lavorare ad un serio ed efficiente piano industriale che dia un servizio eccellente e nel contempo garantisca i livelli occupazionali della Rap, dove mancano circa 500 unità in organico – commenta il capogruppo Mov139 Sandro Terrani – Altrettanto importante l’operazione verità attraverso i controlli incrociati: dunque soldi in piu alla Rap, ma questa volta bisogna gestirla per come si deve, anche perché non ci sarebbero poi scusanti, a partire dai dirigenti fino all’ultimo operaio”.

“L’aumento della Tari per le famiglie palermitane è l’ennesima presa in giro dell’amministrazione comunale alla città. L’incremento della tassa inciderà poco sulle tasche dei contribuenti, ma è il principio quello che conta. Piuttosto che ristrutturare il servizio di raccolta dei rifiuti, infatti, che è penoso, il sindaco Orlando aumenta le tasse. Pensi piuttosto a fare la lotta agli evasori, quelli veri, e non tartassare, come al solito, chi paga regolarmente. Orlando ormai ha perso la rotta nei confronti di una città che non lo vuole più”. Lo dichiara Igor Gelarda, capogruppo della Lega in Consiglio comunale a Palermo.

“Ieri in Consiglio comunale non abbiamo votato alcuna “stangata” ma solo un adeguamento degli importi da corrispondere per la tassa sui rifiuti di chi ha dichiarato una metratura inferiore al reale – dichiarano i consiglieri comunali di Sinistra Comune Barbara Evola, Katia Orlando, Marcello Susinno e Fausto Melluso – Chi ha pagato quel che doveva non avrà alcun aumento. Dopo giorni di informazioni distorte e strumentalizzazioni da parte delle minoranze, è stata votata una delibera che approva il piano tariffario previsto da ogni comune, senza nessun piano salva-azienda. Abbiamo inoltre votato un Ordine del giorno condiviso da tutta l’Aula per impegnare l’Amministrazione alla stesura di un piano per l’efficientamento del servizio della Rap. Occorre affrontare alla radice i problemi che rendono il servizio di raccolta rifiuti inefficiente, temi che interessano allo stesso modo maggioranza e opposizione perchè mettono al centro Palermo. Le risorse in più garantite dall’ allargamento della base imponibile sono la base del piano di risanamento di cui saremo garanti e su cui vigileremo per il bene della città”.

“I Comitati Civici hanno votato sì a una giusta ed equa delibera – dice il capogruppo Giulio Cusumano – Nessun aumento della Tari, ma una doverosa lotta ai furbetti dei metri quadrati fantasma. Finalmente dai controlli incrociati troveremo evasori ed elusori per 6 milioni di euro. Questo denaro in più che arriverà alla Rap dovrà essere gestito con rigore: prima di tutto pulizia e rispetto del lavoro. Tolleranza zero nei confronti di assenteisti e dirigenti super pagati. Inoltre già da lunedì cominceremo con il proporre strumenti veri ed efficaci per combattere l’evasione della Tari: i locali che vorranno chiedere o mantenere il suolo pubblico dovranno dimostrare il pagamento della tassa. Inaccettabile che paghino solo le persone oneste: ogni anno su 120 miloni di euro incassiamo soltanto poco più del 65%. L’obiettivo resta quello del ‘pagare tutti per pagare meno’”.

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31 Marzo 2019, 23:40

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