27 Febbraio 2015, 15:48
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PALERMO – Se ad inizio stagione avessero detto a entrambi che alla vigilia della venticinquesima giornata si sarebbero trovati rispettivamente a 33 e 27 punti probabilmente avrebbero storto il naso. Eppure il lavoro ha ripagato i sacrifici di due allenatori che, al contrario di tanti colleghi più affermati, hanno conquistato il palcoscenico del calcio che conta dopo anni di gavetta. Seppur figli di percorsi tra loro differenti, Beppe Iachini, allenatore del Palermo, e Maurizio Sarri, tecnico dell’Empoli e prossimo avversario dei rosanero in campionato, trovano nell’accortezza tattica e nella cura maniacale dei dettagli uno dei punti di contatto. I due mister, protagonisti fino a ora di un campionato di massima serie al di là di ogni più rosea aspettativa, s’incroceranno domenica al ‘Barbera’ dopo la sfida dell’andata terminata con un rotondo 3-0 in favore dei toscani.
Il match in terra siciliana metterà di fronte non solo due squadre ma quelle che, al momento, rappresentano le vere rivelazioni del campionato. Inutile nascondere, dunque, che dietro l’esplosione dei rispettivi collettivi non ci sia la mano di allenatori preparati, arrivati al calcio vero forse con qualche anno di ritardo. Sia Iachini che Sarri hanno dovuto superare numerosi scogli prima di poter fare il salto definitivo nella massima serie. Il tecnico rosanero, mediano di spinta da giocatore e specialista in promozioni dalla serie B da allenatore (ben 4), prima dell’oppurtunità offertagli dal Palermo aveva infatti visto la A solo dalla finestra con le brevi, e poco soddisfacenti, esperienze sulle panchine di Chievo, Brescia e Siena.
Percorso ancor più impervio quello di Sarri, napoletano trapiantato in Toscana, che prima di disputare la sua prima stagione nell’olimpo del calcio nazionale è partito dai campi dell’Eccellenza. Da lì un decennio da girovago del calcio, da Sansovino passando per Sangiovese, Arezzo, Pescara, Verona e Sorrento fino all’opportunità Empoli con il presidente Corsi che, dopo una prima stagione in cui sfiorò la promozione attraverso i play-off in B, gli offrì la panchina per altri due anni. L’anno scorso proprio la sfida con il Palermo per la promozione diretta in A e un campionato chiuso con un inaspettato secondo posto.
Innegabile, poi, il contributo che entrambi gli allenatori hanno dato nel rivitalizzare giocatori a detta di molti ‘bolliti’ o talenti bocciati dalla critica come speranze inespresse. Se oggi parliamo della sfida in attacco fra Massimo Maccarone e Paulo Dybala o tra Ciccio Tavano e Franco Vazquez, bisogna ringraziare Iachini e Sarri che hanno sempre creduto nelle potenzialità dei propri giocatori, maturi o giovani che siano. Alla base dei successi delle due squadre c’è poi il gruppo, fattore fondamentale per entrambi i tecnici, che emerge sopra tutte le difficoltà che possono presentarsi durante un’intera stagione.
Anche sulla disposizione in campo dei propri giocatori, Iachini e Sarri sono molto simili. L’allenatore rosanero in Sicilia ha optato per un 3-5-2 badando all’equilibrio per presidiare ogni zona del campo e poi ripartire in contropiede. Allo stesso tempo Sarri con il suo 4-3-1-2 sfrutta molto il fraseggio dei suoi interni di centrocampo Croce, Vecino e Valdifiori per innescare le sue punte. Nel match d’andata, disputato al ‘Castellani’ e terminato 3-0 con la prima vittoria in A per Sarri, Iachini provò ad imitare il modulo del collega schierandosi con un 4-3-3. L’esperimento verrà riproposto in parte domenica prossima con Vazquez e Quaison a supporto dell’unica punta Dybala. A mancare non sarà certo lo spettacolo con due allenatori che vorranno darsi battaglia fin dai primi minuti.
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27 Febbraio 2015, 15:48