08 Luglio 2019, 13:24
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PALERMO – Martedì scorso la seduta d’aula dell’Assemblea regionale siciliana si è interrotta nell’esame dell’articolo 17 del disegno di legge Collegato alla Finanziaria all’esame già da tre settimane. L’articolo riguardava le “modifiche e le abrogazioni di norme”, un articolo che si trova quasi sempre alla fine delle leggi e che normalmente dovrebbe contenere tutte le abrogazioni che si devono applicare alle norme in contrasto con quelle della legge.
In questo caso però l’articolo 17 è diventato il motivo del blocco all’esame del ddl, un pomo della discordia che ha fatto alzare gli scudi al Pd e al M5s che hanno denunciato: “Qui dentro c’è una finanziaria”. Di fronte alla denuncia, il presidente dell’Ars non ha potuto fare a meno di ammettere “Oggettivamente qui dentro c’è di tutto”. L’esito è stato quindi l’unico possibile: seduta chiusa per fare approfondimenti.
Gli approfondimenti in realtà sono necessari, ogni comma dell’articolo incriminato modifica numerose leggi e in alcuni di casi, di rimando in rimando, per capire chiaramente quali sono gli effetti di un’aggiunta o di una soppressione.
Il primo comma allarga una previsione di un legge regionale del 2016 che rimanda a una legge nazionale del 2010. Se fosse approvato la norma renderebbe onorifica la partecipazione agli organi collegiali, anche di amministrazione, degli enti pubblici non economici.
Il secondo comma dell’articolo 17 si occupa di divieto di cumulo di due incarichi per i dipendenti regionali che con l’approvazione della norma sarebbe eliminato per gli appartenenti al comparto non dirigenziale
Il comma tre si occupa dei taxi e dei noleggi con conducente. Nella finanziaria dello scorso anno era stato stanziato un milione e duecento mila euro per i contenziosi relativi a questo servizio. Adesso con la norma l’Ars autorizzerebbe l’assessorato alle infrastrutture ad erogare a queste due categorie un contributo da stabilire ma dal valore totale di 2,4 milioni.
Aggiunge una norma alla finanziaria dello scorso anno anche il comma 4 che si occupa di affermare che il sostegno o delle piccole e medie imprese mediante l’utilizzo del Fondo di garanzia regionale è comunque un sostegno de minimis e cioè non superiore a 250mila euro.
La norma successiva si occupa di concessione per la coltivazione dei giacimenti. Con essa si dà all’assessorato all’energia il potere di concedere la concessione in tutti i casi in cui la legge lo consenta e ci ravvisi un pubblico interesse. Al sesto comma c’è ancora una correzione alla finanziaria dello scorso anno. La disposizione che viene modificata è quella sullo stanziamento di risorse per la manutenzione del demanio idrico fluviale, dei manufatti pubblici, delle opere pubbliche, dei fiumi e dei torrenti. Da questi interventi erano esclusi i bacini montani. Questa norma farebbe saltare quest’esclusione.
Le modifiche alla legge di Stabilità dello scorso anno non finiscono qui. Viene ritoccato infatti anche l’articolo 99 comma 9. Questa disposizione prevedeva l’erogazione ai Comuni di 9,5 milioni per la redazione dei piani regolatori generali e di 4,5 milioni dei piani per l’utilizzo del demanio marittimo. Nell’articolo 17 si prevede che questa procedura possa essere realizzata dopo la riprogrammazione del Fondo di sviluppo e coesione.
Il comma otto si occupa delle convenzioni per le lottizzazioni. I termini di inizio e fine lavori sono differiti di tre anni in modo da “impedire ulteriori alterazioni del territorio dovute al mancato completamento delle opere previste”.
Il Corecom, comitato regionale per la comunicazione, e la Commissione paritetica per l’attuazione dello statuto sono interessati dal nono comma. In sostanza la norma esclude i due organi dalla divisione in tre fasce per la fissazione dei compensi per gli organi di amministrazione e controllo. In questo modo così si potrebbe applicare anche l’importo omnicomprensivo massimo che è di 50mila euro per gli organi di amministrazione e di 25mila euro euro per gli organi di controllo.
Il comma dieci è la norma “salva Catania”, la disposizione cioè con cui si allarga l’uso anche al 2019 del Fondo regionale di garanzia per gli enti locali. Infine ci sono due norme di interpretazione autentica: una riguarda l’eliminazione di un’esenzione di alcuni benefici per le società con partecipazione a maggioranza pubblica che abbiano contenziosi con la Regione, l’altra si occupa di avviare dei bandi di mobilità per i dipendenti regionali che vogliano andare a lavorare alla Centrale unica di committenza. Queste sono le norme che i deputati dovevano approvare martedì scorso, adesso occorrerà capire quali rimarranno in piedi dopo il tentativo delle forze politiche di trovare un accordo sull’approvazione. Ma a queste norme se ne aggiungeranno altre, sotto forma di emendamenti. Uno, tra questi, è molto atteso: è quello che estende ai dipendenti regionali la possibilità di accedere alla cosiddetta “quota 100”. Ma se ne riparlerà, salvo nuovi rinvii e nuove polemiche, la prossima settimana.
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08 Luglio 2019, 13:24