Teatro Greco, il bancomat |del funzionario infedele - Live Sicilia

Teatro Greco, il bancomat |del funzionario infedele

In due anni avrebbe intascato 200 mila euro. Il Parco Archeologico di Catania sarebbe stato utilizzato dal 53enne, ex addetto alla contabilità dell'ente e indagato per peculato, come una sorta di sportello bancario dove prelevare contante a piacimento. La Finanza ha posto sotto sequestro preventivo l'appartamento del funzionario regionale. L'assessore D'Agata: "Spero sia deterrente per altre azioni a danno della cosa pubblica"

CATANIA – Se non avesse tralasciato qualche dettaglio, il sistema sarebbe stato quasi perfetto. Una rendicontazione incrociata con cui era riuscito a sfuggire ai controlli contabili della Regione Siciliana per ben due anni. Il trucchetto, però, è stato scoperto dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza che lunedì ha posto i sigilli nell’appartamento con annesso garage del 53 enne (S.S. le iniziali) incaricato, fino allo scorso giugno, della contabilità del Parco Archeologico di Catania. Il provvedimento emesso dal Gip di Catania su disposizione della Procura etnea è di natura preventiva. Si tratta, per usare il termine tecnico-giuridico, di un sequestro per equivalente del valore di circa 200 mila euro.

Il 53enne, visto il suo ruolo, aveva piena disponibilità degli introiti ricavati dalla vendita dei biglietti del Teatro Greco. Denaro contante che il funzionario avrebbe diviso in due parti: una destinata alla cassa regionale e l’altra che sarebbe finita, invece, dritta nelle sue tasche. Un giochetto molto semplice. A fine giornata preparava la distinta di versamento e falsificava l’ammontare degli incassi. Cifre che si aggiravano intorno ai 100 euro quando in realtà i guadagni avevano superato i tre zeri. Dalle indagini delle fiamme gialle è emerso che lo scorso maggio addirittura, il funzionario (infedele) avrebbe versato 95 euro a fronte di 16 mila euro di incasso. Lo stratagemma si completava con l’intera falsificazione delle quietanze mensili presentate dal Parco alla Regione. Le distinte di versamento venivano cambiate con altre “alterate” con importi superiori rispetto a quelli realmente versati nelle casse regionali.

La carta usata dal funzionario ha, però, acceso la lampadina del sospetto nella mente degli ispettori regionali. Quelle presentate, infatti, dall’indagato non solo avevano importi diversi da quelli originali conservati dalla banca ma differivano sia per la qualità della carta, sia perché non riportavano il timbro in rilievo della Regione Sicilia. Il direttore della banca dove venivano fatti i versamenti, ha detto agli inquirenti che ” era impossibile riconoscere la falsificazione se non si conosce bene il tipo speciale di carta usato dall’istituto di credito”.

Sviste che hanno portato allo scoperto l’agente contabile che lo scorso 13 giugno è stato denunciato dal Servizio Ispettivo dell’Assessorato dei Beni Culturali della Regione, che avrebbe accertato ammanchi di migliaia di euro da Aprile 2011 a Maggio 2013. Insomma, per il dipendente regionale, se le accuse fossero confermate, il Teatro Greco era diventato un bancomat da cui prelevare contante a suo piacimento. Per essere precisi, denaro per un totale di 218 mila euro.

Una segnalazione quella della Regione che si è immediatamente concretizzata nell’avvio delle indagini, con la contestazione del reato di peculato nei confronti del 53enne. Lo scorso 3 luglio nell’appartamento, oggi posto sotto sequestro preventivo, si sono presentati i finanzieri per acquisire elementi utili all’inchiesta. A “spifferare” la notizia alla stampa dell’apertura del fascicolo era stato lo stesso Rosario Crocetta, nel corso di una giunta regionale tenutasi a Palazzo degli Elefanti. Il Governatore aveva anche annunciato blitz e controlli più serrati in tutti i parchi e i musei per arginare questo sistema, secondo il Presidente, diffuso in tutta l’isola e non certo circoscritto solo a Catania.

Non resta in silenzio Palazzo degli Elefanti. “Credo che quanto fatto dalla Guardia di Finanza risponda a esigenze di legalità e linearità – è il commento a LiveSiciliaCatania dell’assessore comunale Enzo D’Agata – Se è stata accertata la responsabilità del dipendente pubbico, è chiaro che la collettività deve essere risarcita. Ben venga, dunque, il sequestro e ,qualora la sentenza diventerà definitiva, la confisca sarebbe un risarcimento dovuto”. D’Agata parla di importante segnale: “Quanto fatto dalla GdF è un segnale importante e spero che sia un deterrente per eventuali azioni a danno della cosa pubblica”.

Parallelamente all’indagine della Polizia Tributaria delle Fiamme Gialle, diretta da Giancarlo Franzese, la Regione Siciliana ha avviato il procedimento disciplinare nei confronti dell’indagato che è stato trasferito ad altro incarico alla biblioteca regionale di Catania. Da contabile a bibliotecario.

 

 


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