01 Aprile 2014, 11:11
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Definire Bill Frisell uno dei più grandi chitarristi viventi è sicuramente riduttivo per questo gigante della musica americana contemporanea. Musicista gentile e compositore originale ed eclettico, Frisell va ben oltre i confini – pur espansi – della chitarra e ancor di più del jazz. Frisell col trio Beautiful Dreamers – con lui Eyvind Kang alla viola e Rudy Royston alla batteria -, suonerà martedì 1 aprile, alle 21,30, al Teatro Jolly di Palermo per il cartellone di Nomos Jazz, parte attiva del Circuito Jazzistico Siciliano, la rete culturale che vede insieme l’associazione Catania Jazz di Catania, titolare dell’omonima stagione, l’associazione Musiche di Palermo, titolare con l’associazione Nomos del cartellone Nomos Jazz, l’associazione Musicarte di Caltanissetta, titolare del cartellone Nissa Jazz, e la cooperativa Arte E A Capo di Milazzo titolare del cartellone Milazzo Jazz.
Ingresso € 22,00
Bill Frisell
E’ un gradito ritorno in Sicilia quello di Bill Frisell in tour con Eyvind Kang alla viola e Rudy Royston alla batteria per confermare il buon successo di “Beautiful Dreamers”, il 29° disco a suo nome, uscito 4 anni fa e basato su composizioni originali e rivisitazioni sorprendenti eseguiti dal 63enne chitarrista e compositore di Baltimora. Dieci i brani originali e sei cover di quel disco con brani di artisti del calibro di Blind Willie Johnson, Benny Goodman e Stephen Foster; con “Beautiful dreamers”, Frisell ha creato una delle sue affermazioni musicali più personali grazie anche a Kang e Royston che lo impegnano in uno stimolante dialogo musicale. Il chitarrista presenterà diversi brani originali di sua composizione, oltre a interpretazioni di standard come “Tea for Two”, “Goin ‘Out of My Head”, “Keep on Sunnyside” e un’entusiasmante versione del brano di Benny Goodman dal titolo “Benny’s Bugle”.
L’arte musicale di Frisell è leggendaria grazie al suo talento versatile che lo ha visto a suo agio col jazz, il rock, il folk progressive, il blues e la musica popolare americana.
Già apprezzato sideman, Frisell ha potuto poi iniziare una sua carriera solistica, al pari di altri chitarristi americani come Pat Metheny, John Abercrombie e Steve Tibbetts, anche grazie all’intuito e al tempismo di Manfred Eicher, megaproduttore e titolare dell’etichetta bavarese ECM, che ha intravisto in loro un’altra componente del suo complesso approccio musicale, quella appunto della ricerca di una nuova voce della chitarra elettrica, ricerca svolta principalmente attraverso forti intrusioni dell’elettronica.
La carriera da professionista inizia nel 1979 quando Pat Metheny, impossibilitato a partecipare ad una session, lo raccomanda a Manfred Eicher della ECM. Il suo primo lavoro solista è “In Line” del 1983. È in questo periodo che si trasferisce a New York, dove si creano collaborazioni durature: il leggendario trio di Paul Motian, con Joe Lovano al sassofono. Il quartetto con Kermit Driscoll al basso, Joey Baron alla batteria e Hank Roberts al violoncello. L’enturage di John Zorn, come il gruppo Naked City, ma anche Bobby Previte, Tim Berne, Wayne Horvitz. Nel 1992 i suoi dischi più acclamati: “Have a Little Faith”, un’ambiziosa rivisitazione di classici americani, da Charles Ives ad Aaron Copland, da Bob Dylan a Madonna. Nella seconda metà degli anni 90 si trasferisce a Seattle, dove si lega a nuovi musicisti e a nuovi stili. Approfondisce il suo interesse per gli stili classici americani, il country, bluegrass, il blues mostrando un lato sempre più intimo. Ha frequentemente collaborato con artisti pop-rock come Elvis Costello, Suzanne Vega, Ginger Baker, Ryuichi Sakamoto, Marianne Faithfull, David Sylvian. Negli Anni 90 ha anche una collaborazione italiana quando compone le musiche originali per il film “La scuola” di Daniele Luchetti.
La voglia di ricerca non finisce mai e da eroe delle avanguardie Anni 80 Frisell ha abituato i suoi fan a un percorso più moderato ma anche più eclettico: dal country rivisitato alle canzoni di Lennon (“All we are saying” del 2011), dallo sperimentalismo solitario ai lavori di struttura piuttosto rigorosa. A quest’ultima categoria appartiene “Big Sur” del 2012, ultimo disco dell’artista americano. Il punto di osservazione contemporaneo di Frisell è cambiato tanto che la critica americana ha parlato, appunto, di un disco di Americana, ovvero del miglior “mix” di radici musicali a stelle e strisce (folk, country, blues, rock’n’roll, rythm’n’blues). Ecco il Bill Frisell contemporaneo, una originale, lubrificata commistione di jazz tradizionale (il sommo virtuosismo di Frisell), aromi country e blues, melodie piacevolmente surf, arrangiamenti che richiamano tanto gli ensemble d’archi quanto, a tratti, la solennità della musica classica.
Spettacolo in sostituzione
Essendo saltato il tour di Nasheet Waits (che era in calendario dal 6 al 9 maggio), il Circuito Jazzistico Siciliano propone in alternativa la Victor Wooten Band. La band del bassista americano suonerà il 9 maggio al Teatro Abc di Catania per Catania Jazz e il 10 maggio al Golden di Palermo per Nomos Jazz. La data al Teatro Trifiletti di Milazzo sarà sostituita dal concerto di Magoni e Spinetti in calendario il 17 aprile. In merito alla data di Caltanissetta, il Circuito Jazzistico Siciliano si riserva di comunicare al più presto l’evento in sostituzione.
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01 Aprile 2014, 11:11