25 Maggio 2015, 22:39
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CATANIA. Ingrossano le fila degli iscritti alla Cisl. A seguito dell’infuocata polemica lanciata proprio da Cisl e Ugl sulla gestione del teatro Stabile, sono molti i lavoratori, ormai da quattro mesi senza stipendio – allontanatisi dalla Cgil per ‘migrare’ al sindacato dei lavoratori. Oggi c’erano tutti ed erano davvero in tanti per partecipare presidio della Cisl tenutosi questo pomeriggio, in piazza Università. “Un sit in – ha detto Rosaria Rotolo, segretaria generale della Cisl etnea, – per informare i cittadini sulla pesante situazione del teatro e i pagamenti dei lavoratori. Aspettiamo ancora risposte da Bianco. Chiediamo presto un incontro che dia il via ad un nuovo corso per il teatro”. Difficile contenere la rabbia e la disperazione dei lavoratori. Ma tra i presenti a protestare quest’oggi c’erano anche quei lavoratori e quei sindacalisti sentiti nel corso di un’audizione e dai quali le feroci accuse hanno preso piede.
“Le cose che abbiamo detto – dichiara il signor Cardaci – sono sempre state dette, anche in passato. Non era certamente la prima volta che riferivamo le nostre perplessità sulla gestione del Teatro. Io personalmente ho attaccato la dirigenza anche durante le assemblee e non abbiamo mai ricevuto risposte. Quello che ci fa rabbia è che non ci sia un vero controllo sulla gestione del teatro. I revisori dei conti dovrebbero verificare come stanno davvero le cose. Occorre accertare se ci sono state eventuali irregolarità. Per non parlare del comune il quale – conclude Cardaci – ha la governance del teatro ma di fatto ci aiuta poco e niente”.
Nello specifico, la Cisl riporta dei dati diramati dal Dipartimento regionale Turismo, secondo cui allo stabile di Catania sarebbero arrivati 600mila euro “e ne stanno per arrivare altri 240mila, – afferma Antonio D’amico, segretario generale della Fistel provinciale -ma i lavoratori non sono pagati dal mese di febbraio. Abbiamo dei dati importanti. Tra l’altro questi lavoratori non hanno mai scioperato un giorno per non creare disservizi. Ma non dimentichiamoci che loro sono i creditori privilegiati. Il teatro ‘Bellini’ – prosegue D’Amico – è l’esempio migliore. Qualsiasi fondo arriva viene data priorità ai lavoratori”. D’Amico poi biasima l’atteggiamento della dirigenza. “ I vertici del teatro – spiega – non si sono neanche fatti vedere per un confronto. E’ stato attaccato il presidente, abbiamo chiesto le dimissioni del direttore, – dice – ma mai nessuna risposta”.
Tra gli altri, anche Cosimo Fichera, segretario provinciale Ugl, che senza troppi giri di parole si scaglia ancora una volta contro la dirigenza del teatro. “Tutto è partito – dichiara Fichera – quando abbiamo chiesto al direttore dello Stabile, Giuseppe Dipasquale di fornirci i bilanci d’esercizio dell’ente. Ma si è rifiutato. Il teatro Stabile sopravvive grazie al denaro pubblico, pertanto ogni euro speso deve essere reso noto e i bilanci dovrebbero essere sempre pubblicati. Ebbene, di fronte ad una tale chiusura abbiamo deciso di rompere le trattative e abbiamo iniziato a protestare”. Fichera ribadisce che le responsabilità in merito alle difficoltà economiche del teatro andrebbero attribuite proprio alla dirigenza dell’ente. “ Purtroppo la gestione – prosegue – fallimentare di Dipasquale è palese. I lavoratori non percepiscono gli stipendi da febbraio. Non ci si può giustificare dicendo che la Regione ha tagliato. Una gestione che si rispetti avrebbe dovuto immediatamente avviare un piano di rientro per la programmazione artistica, cosa che non è mai stata fatta. Sono arrivati questi 600 mila euro, – incalza Fichera – perché non son stati pagati i lavoratori?”.
I lavoratori della Cisl e Ugl già da tempo chiedono le dimissioni del direttore Giuseppe Dipasquale. “ Gli rimproveriamo molte cose. – aggiunge – Se avesse avuto, per esempio, un atteggiamento più umile durante gli incontri e si fosse dimostrato più solidale con i lavoratori certamente sarebbe stato tutto diverso. Invece, si è sempre trincerato dietro la sua posizione di direttore. Questo è l’atteggiamento di chi non vuole esporsi”. E le critiche non risparmiano neppure il presidente Nino Milazzo. “E’ una brava persona, – precisa Fichera – ma è stato passivo come presidente. Avrebbe dovuto avere più mordente. Invece, si è piegato alle decisione di Dipasquale”.
A fare un salto al presidio anche il consigliere Niccolò Notarbartolo, il quale assieme ad altri consiglieri attraverso un’interrogazione, aveva chiesto chiarimenti sul bilancio dello Stabile. E gli chiediamo una breve riflessione. “E’ necessario cambiare il paradigma. – afferma – . La difesa del fortino, che sembra essere l’atteggiamento che va per la maggiore, deve tramutarsi nella logica del Palazzo di vetro in cui tutto è trasparente. I pagamenti dei lavoratori dovrebbero essere la priorità”.
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25 Maggio 2015, 22:39