Teatro Stabile, Foti (Cgil): |“E’ tempo di protestare”

di

06 Novembre 2013, 17:18

1 min di lettura

CATANIA. Se il Bellini piange, lo Stabile non ride. Anzi. I soldi che mancano all’appello corrispondono a dieci dodicesimi del totale. Due storie parallele, quella del Bellini e dello Stabile, che hanno un comune denominatore: le difficoltà economiche della Regione Sicilia legate ai vincoli stringenti del Patto di Stabilità. Un lungo susseguirsi di proclami e annunci ma nulla di concreto, i due milioni e centomila euro di finanziamento regionale (giudicati di per sé insufficienti) non ci sono. La stagione è a rischio e i dipendenti, una quarantina comprese le maestranze, non percepiscono lo stipendio da quasi tre mesi. Una situazione spinosa che si aggrava nel caso degli attori, con contratti individuali, che avanzano crediti da oltre un anno e mezzo.

Articoli Correlati

Il 22 novembre, con ogni probabilità, Massimo Ranieri non calcherà il palcoscenico dello Stabile. Senza soldi non si canta messa. Domani i dipendenti dello Stabile si riuniranno in assemblea, e non è escluso che scelgano di imboccare la stessa strada intrapresa dai colleghi del Bellini: l’occupazione del teatro. “Le promesse dell’esecutivo regionale sono state tutte disattese” dice Davide Foti, segretario della Slc Cgil. Il sindacalista chiede a gran voce un’ inversione di rotta e afferma: “Il tempo delle audizioni e degli incontri è finito, adesso passeremo alla protesta”. Patto di Stabilità a parte, i malumori sono soprattutto legati alla mannaia dei tagli che aveva colpito, già in prima battuta, i finanziamenti regionali legati al settore culturale. Nel caso dello Stabile si parla del 30% in meno di contributi regionali rispetto all’anno precedente. Oltre al danno, la beffa: i soldi previsti continuano a non pervenire. “I teatri sono a serio rischio chiusura”, dice Foti palesando un timore diffuso tra lavoratori e sindacalisti.

Pubblicato il

06 Novembre 2013, 17:18

Condividi sui social