Telimar, Giliberti: “Proiettati ai play off”

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01 Giugno 2012, 21:45

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Quest’anno il Telimar è andato oltre le aspettative oppure i play off erano il vostro obiettivo dichiarato?
“Io presiedo il Telimar come circolo dal 1988, da quando l’abbiamo avviato, seguendo la pallanuoto nei dettagli fino al ’94. Poi per 13-14 anni la stessa attività è stata seguita da mio zio, Sergio Scibilia, che ha avuto la capacità di portare la squadra in A1, dove abbiamo militato per sette campionati. Ho ripreso io le redini della pallanuoto nel 2008, dopo due retrocessioni consecutive: il nostro programma era quello di fare un paio di campionati di transizione in serie B cercando di far crescere i giovani, lasciando i talenti, come Lo Cascio e Di Patti, in squadre di serie superiori. Risalendo in A2 volevamo fare un paio di campionati tranquilli per poi puntare all’A1 e finora abbiamo rispettato i programmi, anzi anche l’anno scorso abbiamo già raggiunto i play off. Quest’anno il nostro obiettivo era proprio quello dei play off, tanto che avevamo promesso ai ragazzi un premio per quest’obiettivo che abbiamo raggiunto con una giornata d’anticipo e davanti ad alcune squadre molto quotate. Ora ce la giocheremo fino alla fine anche perché abbiamo tanti elementi validi come Zubcic, Di Patti, Lo Cascio, Salemi, Mattarella e Calabrese, oltre anche agli altri”.

Parliamo ora della squadra più in particolare: c’è qualche elemento che l’ha sorpresa favorevolmente e qualcuno che invece l’ha delusa un po’?
“Devo dire che i giocatori sui quali avevamo strutturato il programma sono andati tutti secondo le aspettative, mi riferisco in particolare a Zubcic, che ha fatto un campionato da gran professionista, a Lo Cascio, vice-capocannoniere della scorsa stagione che quest’anno ha fatto qualche gol in meno ma è stato sempre devastante, a Di Patti, che copre ogni ruolo e si spende per la squadra. Buone risposte sono arrivate anche da un nuovo innesto di quest’anno, Luciano D’Aleo, che ha avuto una buona crescita, e da Emanuele Mauti che è importante per le dinamiche di gruppo e che ha preso quasi tutte le palle al centro. Tengo a ricordare anche il nostro portiere, Alessandro Sansone, palermitano, che fino a una certa fase di stagione ha mancato qualche partita, poi si è ripreso. Potevano fare qualcosa di più Piersanti Mattarella, anche se un infortunio ha condizionato la sua preparazione, Ugo Calabrese, Paolo Salemi, che aveva ambizioni di andare a giocare altrove e che non si è allenato da subito a pieno regime, ma che è comunque un patrimonio della società. Un po’ di delusione, invece è arrivata dai giovani, perché abbiamo calato in prima squadra ragazzi del ’95 e del ’96, dai quali immaginavamo un approccio diverso, fermo restando che sono ragazzi che vanno a scuola”.

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Questo è l’anno delle Olimpiadi e si comincia a sentir parlare di Settebello e Setterosa. Ma la pallanuoto è realmente uno sport di nicchia per i media? E cosa si potrebbe fare in tal senso per avere maggior seguito?
“Il nostro problema è quello di essere totalmente offuscati dal calcio, perché il calcio tira e attira in termini di pubblico, sponsor e quant’altro. Gli altri sport hanno minor coinvolgimento perché sono più di nicchia, ma a mio avviso la pallanuoto sicuramente potrebbe far tanto per avere una promozione maggiore e si sta cominciando a lavorare da questo punto di vista. Noi prendiamo parte da diversi anni a un torneo che si chiama Habawaba International Festival, che si tiene a Lignano Sabbiadoro ed è un festival internazionale della pallanuoto. A questo torneo partecipano circa 150 formazioni provenienti da tutto il mondo. Nel momento in cui però, tornando al discorso principale, si arriva ai momenti clou, è uno sport di grande attrazione, in quanto anche i non addetti ai lavori poi riescono ad appassionarsi, anche in misura maggiore rispetto alle finali di altri sport, perché è uno sport avvincente con un insieme di situazioni che creano interesse. Alle Olimpiadi sicuramente ci preme un grosso risultato, anche perché la squadra maschile è campione europeo in carica e credo che una medaglia ci possa venir fuori”.

Abbiamo parlato del seguito della Nazionale, ma come viene seguito il campionato italiano e a Palermo che seguito ha la pallanuoto?
“Ogni tanto per curiosità guardo gli spettatori che fanno le altre squadre e ahimè non sono mai tanti. Questo forse è per colpa di noi dirigenti perché non diamo la giusta importanza a quest’aspetto, perché il pubblico è fondamentale per la squadra che si sente seguita e che quindi ha stimoli e motivazioni e vuol dire possibilità di agganci e di sponsorizzazioni. Noi come Telimar, però, siamo un’isola felice perché, al di là di qualche singola partita in orari scomodi, siamo stati la Società, tra quelle di A1 e di A2, che in assoluto faceva più pubblico, passando da un minimo di 400 spettatori circa, a un massimo di 700-800 spettatori, quando la media delle altre squadre va dai 150 ai 300 spettatori. Questo perché facciamo un lavoro molto capillare, coinvolgendo anche il nostro settore giovanile e da questo punto di vista abbiamo un’attività giovanile molto spinta che parte dalla mini pallanuoto per poi passare all’acqua gol e poi via via under 11, under 13, under 15 e under 17, con un’ottantina di ragazzini e i genitori che li seguono. Poi ci sono tanti amici e conoscenti che abbiamo e che spesso vengono a vedere la squadra, anche grazie a loro riusciamo a raggiungere quei numeri”.

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01 Giugno 2012, 21:45

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