21 Settembre 2010, 09:59
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Tensione nella Fincantieri di Palermo, dove è in corso l’assemblea degli operai, con un migliaio di persone radunate davanti lo Scarabeo 8, la piattaforma petrolifera della Saipem, bloccata ieri per protesta dai lavoratori delle ditte dell’indotto. Un gruppo di operai ha contestato il segretario provinciale della Fim-Cisl, Giovanni Scavuzzo, non appena ha preso la parola. Il clima in fabbrica è pesante: gli operai, soprattutto quelli delle aziende dell’indotto, temono di perdere il posto di lavoro e contestano la decisione di Saipem di trasferire all’estero la piattaforma per il completamento degli allestimenti. A parte qualche opera di riparazione nel traghetto ‘Florio’ della Tirrenia, Fincantieri al momento non ha commesse, tanto che ha proposto, e la discussione è aperta, la cassa integrazione per 470 lavoratori sui 500 in organico. Fim, Fiom e Uilm stanno cercando di creare un fronte comune tra gli operai diretti di Fincantieri e quelli dell’indotto, l’anello più debole. Secondo i lavoratori delle ditte esterne sarebbe necessario alzare il livello dello scontro, alla luce del piano industriale del gruppo di Trieste che prevede, al momento, il ridimensionamento della fabbrica palermitana.
Domani 8 ore di sciopero alla Fincantieri di Palermo e corteo fino a Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione siciliana. Lo ha stabilito l’assemblea dei lavoratori. Fim Fiom e Uilm chiedono al governo regionale di sbloccare i finanziamenti per la ristrutturazione dei bacini e a Fincantieri di rispettare il protocollo firmato qualche giorno fa, dove è previsto il mantenimento a Palermo delle tre attività di trasformazione, riparazione e costruzione, quest’ultima sarà soppressa secondo il piano industriale del gruppo. I sindacati, inoltre, sollecitano Fincantieri a trattare con Saipem per completare a Palermo i lavori nella piattaforma Scarabeo 8 che l’azienda ha deciso di trasferire all’estero.
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21 Settembre 2010, 09:59