Tentata estorsione a Natale Giunta | Confermate in appello 3 condanne - Live Sicilia

Tentata estorsione a Natale Giunta | Confermate in appello 3 condanne

Secondo l'accusa, Ciresi sarebbe l'estorsore che materialmente avrebbe chiesto la "messa a posto" al ristoratore. Perricone e Battaglia, invece, avrebbero vestito i panni di chi avrebbe finto una mediazione in favore di Giunta.

PALERMO – Sei anni ad Antonino Ciresi. Quattro anni a Giuseppe Battaglia. Due anni e otto mesi ad Alfredo Perricone. Si conclude con tre condanne anche in appello una parte della vicenda processuale per la tentata estorsione allo chef Natale Giunta. A Perricone e Battaglia, però, è stata di nuovo contestata l’aggravante dell’articolo 7, quella prevista per chi agevola Cosa nostra, che era caduta in primo grado. Secondo l’accusa, Ciresi sarebbe l’estorsore che materialmente avrebbe chiesto la “messa a posto” al ristoratore. Perricone e Battaglia, invece, avrebbero vestito i panni di chi avrebbe finto una mediazione in favore di Giunta.

Gli imputati rispondevano di tentata estorsione, minacce e danneggiamenti. Le richieste di denaro sarebbero avvenute nel 2012, quando Giunta gestiva la società di catering Ng Service. Prima le telefonate. Poi, un’escalation di intimidazioni. Infine, la richiesta estorsiva: duemila euro a Pasqua e altrettanti a Natale per avere la “pace assoluta”. Così i carabinieri e il pubblico ministero Caterina Malagoli, ricostruirono la storia della tentata estorsione. Il 3 marzo 2012 il telefono del ristoratore squilla. All’altro capo della cornetta c’è un tale Maurizio. In passato ha noleggiato le macchine agli sposi che si sono rivolti a Giunta per il catering. Ora chiede di potergli parlare. Alle 17 si presenta nell’ufficio di Giunta, in via Enrico Albanese. È in compagnia di un uomo anziano che, racconta lo chef, gli rimproverare di avere aperto una serie di attività senza alcuna autorizzazione. Per mettere le cose a posto bisogna pagare una cifra mensile. Alla conversazione partecipa un terzo uomo: 40 anni, basso di statura, capelli scuri e occhiali da vista spessi. Giunta non lo conosce, ma ricorda bene le sue parole: bisogna aiutare i detenuti che “”a guardano in televisione”.

Il riferimento è alle apparizioni di Giunta al programma Rai, la “Prova del cuoco”. Successivamente l’uomo sarà identificato in Giovanni Rao. Cinque giorni dopo Giunta si presenta in caserma. Denuncia e riconosce in foto Maurizio Lucchese e Antonino Ciresi, settantenne con precedenti per mafia ed estorsione. Il 24 maggio 2012 gli estorsori alzano il tiro. Hanno lasciato un biglietto sul parabrezza della macchina di Giunta: “Mettiti apposto un fari u’ sbirru picchi ti finisci mali”. Il 27 novembre il ristorante ‘Sailem’ che Natale Giunta gestisce all’interno dell’area monumentale del Castello a Mare subisce un danneggiamento. Il 30 dicembre un metronotte trova una tanica di benzina e un accendino davanti all’ingresso del ristorante. Il 7 gennaio Giunta riceve la visita di Alfredo Perricone e Giuseppe Battaglia. Stavolta, però, sono state piazzate le microspie. Perricone spiega a Giunta che si deve mettere a posto: “A posto significa che praticamente qua dentro non verrà più nessuno perché praticamente siamo d’accordo tutti… due a Pasqua più due a Natale”. Perricone e Battaglia dicono di essersi attivati per risolvere la questione. Così Battaglia: “E’ da questa mattina che siamo là… cioè non ti lascio immaginare i retroscena”. Ed è sempre Battaglia a spiegare come ha fatto a sapere che Giunta ha denunciato il tentativo di estorsione: “… l’importante che non l’hai fatta nominativa da parte mia (la denuncia ndr) Questo lo ha detto l’amico mio… tutte cose sanno, Natale”. Ed ancora Perricone lo tranquillizza. Pagando si sarebbe risolto tutto: “A Pasqua a me, quando vuoi tu. Quelli di Natale a Natale. Ma significa la pace assoluta e ti levi questo pensiero davanti i coglioni”. Riconosciuto il risarcimento danni a Natale Giunta e le associazione Addiopizzo, Libero futuro e centro Pio La Torre.


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