14 Luglio 2016, 11:51
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PALERMO – Era stato arrestato nel 2012 insieme ad altre tre persone: nel quartiere della Marinella, alla periferia di Palermo, il muro d’omertà si era rotto e i commercianti nella morsa del racket avevano deciso di denunciare i propri aguzzini, finiti in manette per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Adesso si aprono le porte del carcere per Pietro Salamone, 35enne palermitano. L’ordine di carcerazione è stato eseguito dalla squadra mobile che ha nel frattempo condotto serrate indagini per accertare tutti i contorni delle vicende segnalate dai commercianti.
L’iter giudiziario si è chiuso con l’inammissibilità del ricorso per Cassazione che ha reso definitiva la sentenza del 2014 dalla Corte d’Appello di Palermo che aveva condannato Salamone a tre anni di reclusione e al pagamento di una multa di tremila euro, oltre che all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.
Dopo le denunce dei commercianti sono stati accertati due episodi estorsivi tra l’agosto e il novembre 2012: i titolari di una ditta di importazione e distribuzione di prodotti ed articoli per la casa hanno raccontato di essere stati minacciati da Salamone e dai suoi complici. La richiesta ammontava a trecento euro, “per stare tranquilli”.
Gli investigatori nel corso delle indagini, hanno ricostruito, grazie anche ai sistemi di videosorveglianza, i tentativi di estorsione. Il gruppo di cui faceva parte il 35enne si sarebbe dunque recato più volte nei pressi dell’attività commerciale, avvicinando e minacciando più volte i titolare con tipico atteggiamento mafioso.
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14 Luglio 2016, 11:51