15 Marzo 2017, 17:43
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TAORMINA. Prende il nome dal “Tiramisù”, rinomato ristorante della Perla jonica, l’operazione sfociata stamani nell’esecuzione di tre misure cautelari per concorso in furto aggravato e tentata estorsione. I provvedimenti, eseguiti alle prime luci dell’alba dai carabinieri della Compagnia di Taormina, hanno raggiunto tre catanesi, due di Biancavilla, il 48enne Alfio Petralia ed il 26enne Antonino Nicosia, ed uno di Adrano, il 39enne Salvatore Santangelo. L’attività investigativa dei militari dell’Arma, coordinata dalla Procura peloritana, ha preso il via nel maggio dello scorso anno, all’indomani del furto commesso, nella notte tra l’11 ed il 12, ai danni del ristorante.
Dopo aver messo fuori uso il sistema d’allarme, i tre malviventi, tutti con il volto coperto da passamontagna, hanno frantumato le vetrate del locale e si sono impossessati di circa 200 bottiglie di vino, per un valore complessivo di 65mila euro. Tra la refurtiva pregiate etichette di Brunello di Montalcino e di Barolo. Un’azione molto violenta quella condotta dai tre che, in meno di un’ora, hanno letteralmente messo a soqquadro il ristorante. Stimato un danno di circa 10mila euro.
Non paghi del furto, gli autori del colpo hanno successivamente contattato il titolare, tentando di estorcergli denaro. Chiesto un riscatto in cambio delle pregiate bottiglie di vino. La cifra si sarebbe aggirata intorno ai 12mila euro. In caso contrario l’intera refurtiva sarebbe stata distrutta. Ma il proprietario del “Tiramisù” non ha esitato un attimo ed ha subito denunciato l’episodio ai carabinieri che, al termine di un’intensa attività investigativa, sono riusciti ad individuare i tre soggetti, oggi finiti in manette.
Gli investigatori sono riusciti anche a ricostruire i ruoli all’interno del commando. Mandante del colpo sarebbe stato Salvatore Santangelo, rinchiuso nel carcere di Piazza Lanza a Catania, mentre gli altri due, sottoposti agli arresti domiciliari, sarebbero stati gli esecutori materiali. In particolare Alfio Petralia avrebbe avuto il doppio ruolo di palo ed autista dell’auto usata per caricare la refurtiva.
“In 20 anni di gestione nel campo della ristorazione a Taormina – dichiara a LiveSiciliaCatania Giuseppe Restifo, titolare del Tiramisù – non era mai successa una cosa simile, per lo più in centro storico”. Un episodio fino a poco tempo fa impensabile. L’assicurazione stipulata è riuscita a coprire solo i danni materiali al locale. Delle 200 bottiglie trafugate, sono solo 3 o 4 quelle recuperate. Un danno ingente per l’imprenditore che, però, si dice comunque soddisfatto per l’operato dei carabinieri. “Taormina ha un motivo in più per sentirsi sicura – commenta ancora Giuseppe Restifo – Per me è un sollievo pensare che li abbiano presi e deve esserlo per tutti. Taormina è un luogo turistico che fa da traino a tutta la Sicilia. Un posto che vive di turismo e attira a sé milioni di visitatori. E’ necessario – conclude – che sia sicuro”.
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15 Marzo 2017, 17:43