24 Settembre 2017, 18:01
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PALERMO – Una tentata violenza nei confronti di una bimba, una sedicenne bloccata e minacciata nell’androne di un palazzo, una ragazza pedinata dalla fermata del bus fino a casa, una moglie minacciata per l’ennesima volta dall’ex marito. Non c’è alcun limite di età tra chi finisce nel mirino degli aggressori a Palermo. I casi di maltrattamenti e tentata violenza sessuale si ripetono e seminano la paura, specie all’interno di un contesto nazionale in cui si registrano numeri particolarmente preoccupanti: il 21 per cento delle donne italiane, infatti, ha subito abusi, stupri o tentate violenze nel corso della propria vita.
Il quadro nero dell’Istat parla di un totale che supera i quattro milioni di vittime. Picchi di violenza che rappresenterebbero soltanto il culmine di vessazioni psicologiche e stati di soggezione che puntano alla sottomissione, tipici dello stalking, contro il quale le campagne di sensibilizzazione di enti ed associazioni diventano fondamentali. Basti pensare che in un anno, al centro “Armonia”, il servizio di cura dell’Asp di Palermo che si occupa dei traumi derivanti da abusi sessuali e maltrattamenti, sono state seguite 150 donne che hanno subito abusi. Chi lancia l’allarme lo fa spesso indirettamente. Ha paura, teme di essere giudicato, è terrorizzato da eventuali ritorsioni da parte di ex mariti, ex fidanzati, padri.
L’aggressore o colui che si è approfittato della donna diventa un incubo, una persona che riesce a condizionare la vita della vittima al punto da isolarla e farla chiudere in se stessa. Ma non ha avuto paura, ad esempio, l’undicenne che ha raccontato ai propri genitori di essere stata molestata da un ragazzo tunisino parcheggiatore abusivo: l’aveva condotta tra i vagoni nella stazione di “Brancaccio” e lì avrebbe tentato di abusare di lei. Le indagini hanno permesso di risalire ad un 26enne che è stato bloccato dopo una fuga e l’inseguimento sopra i vagoni dei treni.
Sono invece ancora in corso le ricerche di un uomo entrato in azione a fine agosto nella zona di via Malaspina. La vita di una ragazzina di sedici anni è improvvisamente cambiata dopo essere stata aggredita alle spalle, nell’androne del palazzo mentre tornava a casa. Lei ha reagito, ha chiesto aiuto con tutte le sue forze, provocando la fuga dell’aggressore, ma la giovane e un intero quartiere, sono piombati nella paura e nella portineria del palazzo è stato necessario collocare le telecamere della videosorveglianza. “Dovrebbero essere monitorate molte zone in città – dice una ventenne che abita nel quartiere Malaspina – queste non sono le uniche strade pericolose. Quando mi reco alla stazione centrale, ad esempio, non mi sento al sicuro”.
Ma altri quattro episodi di violenza nei confronti delle donne si sono verificati nei mesi estivi nel capoluogo siciliano. Pochi giorni dopo Ferragosto, a finire nel mirino di un aggressore è stata una 26enne. Un uomo l’avrebbe pedinata dalla fermata dell’autobus fino al suo palazzo, approfittando della notte e della città deserta. In via Principe di Villafranca la giovane è stata spintonata, è finita per terra. Lei non ha idea di chi si trattasse, si trattava di uno sconosciuto. Quest’ultimo è fuggito dopo le urla della vittima, che ha subito dopo raccontato tutto alla polizia.
L’episodio più grave, a maggio. Ad essere presa di mira è stata una ventunenne inglese, in città per motivi di studio. Al ritorno da una serata trascorsa con gli amici nel centro storico, ha accettato il passaggio in auto, in via Roma, da parte di un uomo. Quest’ultimo l’ha portata nella zona industriale di Brancaccio, dove l’ha violentata. La giovane è stata poi trovata dopo diverse ore per strada, sotto choc.
In piazza Magione, poche settimane prima, momenti da incubo per un’altra giovane palermitana, palpeggiata da un ragazzo robusto mentre stava per salire a bordo della sua macchina. E’ riuscita ad evitare il peggio perché si è subito ribellata, mettendolo in fuga. Se l’è vista brutta anche una donna di Bagheria, minacciata dall’ex marito che una sera è arrivato a casa sua dicendole che “era arrivato il suo momento”. L’uomo impugnava un grosso coltello da macellaio. La vittima è riuscita a chiamare la polizia e gli agenti, giunti sul posto in pochi minuti, hanno bloccato l’uomo e fatto scattare le manette.
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24 Settembre 2017, 18:01