L’identikit del nuovo procuratore | “Condivida il processo trattativa”

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12 Novembre 2014, 16:58

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PALERMO – “Mi piacerebbe essere certo che tra i criteri che il Csm adotterà per la nomina del nuovo procuratore di Palermo ci sia quello di scegliere un candidato che garantisca a chi è più esposto in questo ufficio una piena condivisione di fini e di strumenti proprio sul processo sulla trattativa e su quello che ci gira attorno”. Lo dice il procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi, intervenuto sull’ultimo allarme attentato ai danni del pm Nino Di Matteo. “La nostra preoccupazione riguarda anche il clima interno – ha aggiunto – e questo è un discorso che si deve proiettare nel futuro. Finora abbiamo potuto contare su un procuratore e su un procuratore facente funzioni che ci hanno supportato in modo importante”. Un nuovo capo che corrisponda all’identikit fornito da Teresi “sarebbe un segnale forte – ha aggiunto il magistrato – che ci darebbe più serenità e farebbe diventare più solida la fascia di protezione di cui abbiamo bisogno e che non è solo fisica ma anche professionale”.

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Poi, sull’allarme attentati: “Quello che mi fa più male non è tanto quello che viene dall’informazione, quanto quello che viene dai saggi, dai commentatori esterni, magari ex magistrati perché certe opinioni ci isolano. Noi veniamo dipinti come pazzi visionari che non hanno capito nulla del processo, si insinuano dubbi da persone che hanno una certa levatura addirittura sulla nostra capacità di portare avanti il processo sulla trattativa”. Il magistrato fa riferimento alle critiche dell’ex collega Giuseppe Di Lello al processo sulla trattativa Stato-mafia, e in particolare alla scelta di sentire come testimone il Capo dello Stato. Di Lello è stato componente del pool antimafia con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. “Se gente come Di Lello non capisce – aggiunge – o non si è informata o si è informata e dice cose inesatte, così isola i pm. Le critiche devono essere in buona fede e informate altrimenti sono dannose”. “C’è un clima teso, pesante, ma non ci intimidisce minimamente – conclude – Anzi è quasi una sfida che noi raccogliamo con la determinazione più ferma. Bisogna essere moderatamente preoccupati, perché la preoccupazione nella misura giusta aiuta a non sbagliare”.

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12 Novembre 2014, 16:58

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