07 Maggio 2009, 12:14
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Suonano le campane a morto per la Fiat di Termini Imerese. Lo dice Roberto Mastrosimone, gran capo delle Tute blu targate Cgil: “Lo stabilimento è gravemente in bilico. Si parla di un ballottaggio per la chiusura tra noi e Pomigliano. Penso che, purtroppo, siamo favoriti”. I giornali oggi, dunque, battono le già citate campane a morto: “A rischio due impianti Fiat, uno al Sud”, si legge. Mastrosimone ci ragiona su. Le aperture di mercato, le acquisizioni, la guerra lampo del mite Marchionne avranno pur un prezzo. E lo scontrino porta dritti dritti a Termini. I segnali – riflette il Gran capo delle Tute blu – sono ampi e e convergenti. “Siccome è stata bloccata la produzione della nuova vettura – dice Mastrosimone – siamo praticamente senza missione industriale. Pomigliano è troppo grande, ha un altro impatto. La Fiat non ci parla, nessuno ci comunica niente. Le indiscrezioni sono pessime. Ecco, se dovessi ragionare con la loro testa non avrei dubbi. Termini può essere sacrificata”. Ma Mastrosimone e i suoi ragionano con un’altra testa: “Porteremo avanti una lotta durissima per mantenere sia Pomigliano che Termini. Non ci sono salvezze possibili sulla testa dei colleghi. Certo, abbiamo paura, la più grande da sempre”. E la paura sollecita il sollievo temporaneo dell’amarcord. Quando c’era l’avvocato. Quando lavorare alla Fiat era come avere un posto al ministero. Oggi ci sono uomini in golfino che devono fare quadrare i conti, perché non hanno molta scelta. Oggi, quello che non puoi permetterti, devi, per forza, cancellarlo.
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07 Maggio 2009, 12:14