Tutti in piazza per la Fiat | Landini: “Sindacati divisi”

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13 Febbraio 2014, 07:09

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TERMINI IMERESE (PALERMO) – Non soltanto operai ma anche studenti, commercianti, amministratori e persino i parroci. La vertenza dei lavoratori Fiat di Termini Imerese diventa fenomeno sociale e coinvolge un intero territorio. Nel giorno che precede l’apertura del tavolo di confronto con il ministero dello Sviluppo economico e con il governo, la città simbolo del fallimento del sogno industriale siciliano scende in piazza. Il pressing sul governo punta alla soluzione per i 1.200 lavoratori rimasti fuori dai cancelli ormai due anni fa, e che a giugno vedranno scadere la cassa integrazione, ma anche al rilancio industriale di tutta l’area termitana.

Termini Imerese vuole capire che ne sarà di quel sogno industriale nato negli anni Settanta e cresciuto nel decennio successivo, per poi cadere in picchiata negli anni Novanta e nel nuovo millennio. Fim, Fiom e Uilm fianco a fianco nell’organizzare la manifestazione che verrà chiusa dal leader del sindacato dei metalmeccanici della Cgil, Maurizio Landini. Due cortei attraverseranno la città: uno organizzato dai sindacati, che partirà da piazzale Europa alle 9,30 fino a piazza Duomo, sede del municipio, l’altro dagli studenti.

In prima fila anche i parroci: con una lettera ai fedeli, in settimana sacerdoti hanno chiamato a raccolta la comunità per lo sciopero generale di oggi. “Vi chiediamo di partecipare e di far partecipare le persone che incontrerete – è stato l’appello dei sacerdoti -, certi che il Signore non delude le speranze del popolo che lo invoca con fiducia”.

L’ultimo capitolo della tormentata storia di Termini è stato scritto l’1 febbraio, con l’occupazione dei locali del ministero dello Dviluppo economico da parte del sindaco, Salvatore Burrafato, e di altri amministratori. Un braccio di ferro con il ministero durato fino a tarda notte e al termine del quale la delegazione madonita ha ottenuto il coinvoglimento di Palazzo Chigi nei processi di risoluzione della vertenza. In dettaglio l’esecutivo, era riportato nel documento consegnato alle tute blu l’1 febbraio, si è impegnato nella fase di strutturazione del finanziamento dei progetti industriali già individuati, oltre che nel “sostegno” delle prospettive di reindustrializzazione del sito di Termini Imerese “fino a risultato conseguito”.

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Aggiornamenti
Circa duemila persone stanno partecipando al corteo organizzato da Fim, Fiom e Uilm a Termini Imerese per sensibilizzare il governo nazionale alla risoluzione della vertenza degli ex lavoratori dello stabilimento Fiat. Il corteo, partito da piazza 25 aprile, risalirà verso la parte alta della cittadina madonita per concludersi in piazza Duomo. In marcia studenti, commercianti, sacerdoti, imprenditori e sindaci del comprensorio. I negozi hanno abbassato le saracinesche in segno di solidarietà.

“Lo Stato capisca che questa non è una vertenza di periferia o di secondo profilo – dice il sindaco di Termini, Salvatore Burrafato -. La reindustrializzazione è stata un fallimento, Fiat scenda dal piedistallo e si faccia protagonista di un gesto di generosità nei confronti di questo territorio”. Per Roberto Madtrosimone, segretario provinciale della Fiom, Termini “non è la periferia dell’impero. Lo stabilimento è ancora in piena efficienza – dice – e gli operai hanno voglia di ripartire. Fiat non può ignorarci”. Per Giovanni Scavuzzo, segretario provinciale della Fim Cisl, “nessuno degli attori presenti al tavolo per salvare Termini deve fare un passo indietro. La priorità è la salvaguardia dei posti di lavoro”. Secondo il segretario provinciale Uilm, Enzo Comella, “bisogna ripartire da Palazzo Chigi perché è lì che nel 2009 si diede il via al processo di reindustrializzazione miseramente fallito”.

“Abbiamo pagato le divisioni tra i sindacati, dobbiamo smetterla di dividerci. Siamo di fronte al fatto che Fiat sta andando via da Termini Imerese e dal nostro paese. Credo che le divisioni che ci sono state dentro la Fiat tra i sindacati debbano farci fare dei bilanci”. Lo ha detto il leader della Fiom, Maurizio Landini a Termini Imerese, dove ha chiuso la manifestazione organizzata da Fim, Fiom e Uilm per accendere i riflettori sulla fabbrica del Lingotto chiusa da due anni con 1.200 tute blu in cig in deroga fino a giugno.”Siamo di fronte – ha aggiunto Landini – a chiusure e all’aumento della cassa integrazione. Se c’è una cosa che non è mai calata sono i dividendi della famiglia Agnelli. Fiat sta andando via dal nostro paese portando via anche la testa”.

(seguirà un servizio del nostro inviato)

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13 Febbraio 2014, 07:09

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