Terremoto a Palazzo delle Aquile |Mef, a rischio concorsi e lavoratori - Live Sicilia

Terremoto a Palazzo delle Aquile |Mef, a rischio concorsi e lavoratori

La relazione del ministero rischia di bloccare la città. Orlando si appella ai sindacati.

PALERMO – Stop ai concorsi per i dirigenti tecnici e l’ufficio stampa, blocco della stabilizzazione di 598 precari e dell’aumento delle ore per i part-time, oltre 800 dipendenti del Coime considerati come “eccedenti” e quindi a rischio e servizi pomeridiani in musei e impianti sportivi che potrebbero fermarsi. La relazione della Ragioneria generale dello Stato rischia di avere effetti dirompenti sul comune di Palermo, ben più grandi di quanto non si potesse immaginare. La nota degli uffici del ministero dell’Economia, giunta sul tavolo del sindaco Leoluca Orlando e contro la quale il Professore ha annunciato di presentare denunce su denunce, potrebbe infatti dare il colpo di grazia a un ente i cui servizi sono già in ginocchio. Tanto che il primo cittadino oggi reagisce e, oltre a recarsi in consiglio comunale il prossimo 5 febbraio, chiama e raccolta i sindacati e punta su una larga mobilitazione.

La relazione del Mef è infatti una vera e propria stroncatura per la quinta città d’Italia che tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 ha subito un’ispezione da parte del dicastero, da cui è scaturito un elenco di 46 rilievi a cui Palazzo delle Aquile avrebbe dovuto porre rimedio. E nonostante le controdeduzioni inviate nel luglio scorso, due giorni fa è arrivata l’ulteriore risposta della Ragioneria che solo in otto casi riconosce all’amministrazione comunale di aver risolto i suoi problemi, mentre su tutto il resto è calata la mannaia, con tanto di ricorso alla Corte dei Conti.

PERSONALE Uno schiaffo in piena regola per il sindaco Orlando che non a caso, ieri, ha parlato di “scarsa o nulla attenzione alle deduzioni del Comune”, ma ha soprattutto fatto riferimento alla “tutela dei diritti acquisiti dei dipendenti del Comune di Palermo” e alla “garanzia della funzionalità e dei servizi dell’amministrazione comunale”. Due riferimenti che non sono di certo casuali, visto che il rischio più concreto, nell’immediato, è che tutte le operazioni sul fronte del personale possano arenarsi.

Il rilievo numero 1, infatti, punta il dito contro i troppi dipendenti di piazza Pretoria prendendo in esame la pianta organica approvata nel lontano 2009, cioè dieci anni fa, che passò in due anni da 6.676 a 9.594 unità, in seguito alla stabilizzazione di una parte consistente dei precari dell’epoca (quasi 2.900) “in assenza di valutazioni che hanno condotto all’individuazione delle effettive esigenze di personale”. In pratica il Comune avrebbe aumentato notevolmente il proprio bacino dei dipendenti senza che ce ne fosse un reale bisogno e le argomentazioni presentate non sono state “esaustive al fine di sanare la criticità riscontrata”. “In particolare – si legge nella relazione – non può assentirsi la giustificazione dell’assorbimento di un numero consistente di Lsu mediante incremento della dotazione organica di diritto, atteso che il personale in servizio nel 2009 era significativamente inferiore alla precedente dotazione organica teorica”. Tradotto dal burocratese, significa che Palermo ha sforato da tempo il rapporto medio tra dipendenti e popolazione (1 ogni 95 abitanti) previsto per legge e che quindi non può più assumere, almeno per il momento. Il ministero “resta in attesa di conoscere le misure correttive preannunciate dall’ente per il superamento della problematica in esame. Al momento, quindi, il rilievo non può ritenersi superato”. Per il Mef i 55 milioni che ogni anno arrivano da Roma per i precari ancora da stabilizzare, nonostante a inviarli sia proprio lo Stato, non possono essere scorporati dal computo totale, anche se arrivano da Roma, e comportano comunque una lievitazione della spesa che sfora i parametri.

CONCORSI Poche righe che però rischiano di rappresentare una pietra tombale sui concorsi per i dirigenti tecnici e l’ufficio stampa, ma anche sulle nuove stabilizzazioni (598 nei prossimi due anni) e paradossalmente potrebbero creare problemi anche sulle vecchie (oltre 2 mila unità oggi a tempo indeterminato). Per non parlare dei fondi destinati all’aumento delle ore dei part-time e alle indennità dei dipendenti per i servizi pomeridiani e festivi tra cui rientrano i servizi dei vigili, l’apertura di musei e impianti sportivi, cimiteri e protezione civile.

COIME Tutto qui? No perché c’è anche la questione del Coime, ossia il bacino degli operai edili, nel frattempo ridottosi da 1.587 a 856 unità, creato negli anni Ottanta e che di fatto è finanziato annualmente dallo Stato (24 milioni di euro). Questi dipendenti sono sempre stati considerati come “fuori ruolo”, quindi non calati in pianta organica, sebbene stabilizzati grazie a un accordo con Roma che risale al 1998, e hanno addirittura un contratto diverso da quello degli altri dipendenti, per l’appunto quello edile anziché quello degli enti locali. Un meccanismo, vecchio di decenni che però non convince il ministero, che oggi considera il Coime come “personale in servizio eccedente rispetto alla dotazione organica vigente”. Il Comune nelle sue controdeduzioni ha riconosciuto la fondatezza dei rilievi del dicastero, che ad oggi “resta in attesa di conoscere i provvedimenti adottati per il superamento della criticità in esame”. Difficile però capire come si possa venire a capo di una situazione così complessa, visto che oltre 800 lavoratori sono considerati “in eccedenza” e quindi si trovano a rischio.

Il Comune, il mese scorso, aveva addirittura approvato il piano triennale dei fabbisogni del personale che già conteneva una decurtazione della pianta organica, ridotta a 7.517 posti, sulla base della legge Madia e delle normative regionali che recepiscono quelle europee, spianando la strada così alle stabilizzazioni dei precari (53 già a dicembre e quasi 600 entro il 2020). Un percorso che adesso sembra tutto in salita.

SINDACATI Una situazione esplosiva che ha spinto il sindaco a reagire: dopo l’annuncio delle denunce di ieri, Orlando ha concordato di riferire a Sala delle Lapidi il prossimo 5 febbraio ma ha anche inviato una nota ai sindacati con cui consegna loro la relazione del Mef. “Rimetto alla vostra valutazione il contenuto della nota – scrive Orlando – per le conseguenze e l’impatto negativo che essa può avere sui diritti acquisiti del personale del Comune di Palermo, sul processo di stabilizzazione dei lavoratori precari, sui dipendenti del Coime, sulle procedure concorsuali già avviate e programmate per nuove assunzioni”. Una sorta di chiamata alle armi, nella speranza che anche le organizzazioni dei lavoratori facciano sentire la propria voce a Roma.

E la risposta dei sindacati non si è fatta attendere, con una richiesta di convocazione trasversale. “Non ci tiriamo indietro dal confronto col sindaco – dicono Csa, Cgil e Uil – Parliamo di scelte che appartengono ormai alla storia di questa città e che hanno prodotto effetti su famiglie e sulla città intera: 3 mila dipendenti stabilizzati tra il 2009 e il 2010 non possono essere messi in discussione dopo dieci anni, né dal Ragionere dello Stato né da altre istituzioni. Sebbene competenti, non possono sollevare il problema con dieci anni di ritardo pensando così di azzerare vite intere. Siamo pronti al confronto anche con l’amministrazione, con tutti i distinguo derivanti dalle posizioni reciproche e dalle battaglie sostenute in questi anni a favore dei lavoratori e dei servizi. Valuteremo tutti i risvolti negativi della presa di posizione del Mef nei confronti dei dipendenti e sin da ora diciamo che tenteremo ogni azione a tutela della città che si ritrova bloccata dalla relazione del Mef”.

“Siamo fortemente preoccupati per quanto sta accadendo – dicono Pietro Chiaramonte, coordinatore provinciale, Mario Basile responsabile del dipartimento Funzioni Locali, Margherita Amiri segretario provinciale e il gruppo Rsu della Cisl Fp Palermo Trapani – soprattutto per gli aspetti che ricadono sui dipendenti di ruolo e sui precari. Secondo il ministero che resta in attesa di ulteriori chiarimenti, gli elementi giustificativi forniti su diversi punti inerenti la dotazione organica non sono stati considerati esaustivi e sufficienti. Resta dunque la nostra preoccupazione per il rischio in cui galleggiano tanti precari e lavoratori part-time, ancora nel limbo nonostante normative favorevoli”.

Non si può non tener conto dei rilievi sollevati dal Mef che toccano punti nevralgici per il futuro di Palermo”. Ad affermarlo sono i segretari di Cgil, Cisl e Uil Palermo, Enzo Campo, Leonardo La Piana e Gianni Borrelli, che esprimono la loro preoccupazione “sulle conseguenze di questi rilievi che mettono il dito nella piaga di una città che deve affrontare nodi cruciali, come il futuro delle partecipate e tante vertenze ancora aperte. Condividiamo dunque l’attenzione del primo cittadino – affermano – nel coinvolgere le organizzazioni sindacali con l’invio dei documenti sui rilievi e le risposte dell’amministrazione comunale”. “Siamo dell’idea – aggiungono – che ognuno debba assumersi per la propria parte la responsabilità di azioni che salvaguardino i lavoratori del Comune e delle partecipate e che migliorino la qualità dei servizi. Questi rilievi del Mef non fanno che confermare, infine, quanto sia necessario ormai che l’attenzione dell’amministrazione sia sempre più puntata su Palermo e su tutte le sue problematiche che richiedono la massima concentrazione”.


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