12 Novembre 2013, 17:58
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CATANIA – Esercitavano attività libero professionale pur percependo l’indennità di esclusività dai presidi ospedalieri nei quali lavoravano. Due medici, in servizio nelle aziende ospedaliere “Garibaldi” e “Vittorio Emanuele”, dovranno rispondere delle accuse di truffa, aggravata dalla circostanza di aver commesso il fatto in danno di un ente pubblico, di aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante entità e di aver commesso il fatto con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione e non potranno esercitare la propria attività per due mesi.
Li ha scoperti la Guardia di Finanza che, su disposizione del Giudice per le indagini preliminari, ha sequestrato per equivalente circa 100.000 euro – l’importo complessivo indebitamente percepito è stato infatti quantificato per un medico in euro 46.000 circa e per l’altro in euro 54.000 circa. Le Fiamme Gialle hanno inoltre eseguito il provvedimento di divieto ad esercitare la professione sanitaria nei confronti di due medici.
Dall’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania, è emerso infatti che i due medici hanno omesso di comunicare ai rispettivi ospedali presso cui erano in servizio di svolgere attività libero professionale “extramoenia” in studi associati privati, inducendo così in errore gli enti pubblici nella corresponsione delle specifiche indennità previste per coloro che svolgono la professione medica in regime di esclusività con il Servizio Sanitario Nazionale.
Dei fatti sono state informate, inoltre, le aziende ospedaliere interessate, che hanno proceduto, per la parte di loro competenza, all’applicazione della misura della sospensione del rapporto di dipendenza nei riguardi dei medici per il periodo di due mesi.
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12 Novembre 2013, 17:58