Dalla Sicilia al Belgio| Il “Nero” e la scia del terrore

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09 Gennaio 2019, 17:07

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PALERMO – Amhed Kheder è il personaggio chiave dell’inchiesta che ha portato al fermo di otto persone, mentre sette sono ricercate. Si nasconde in qualche parte del mondo. Forse è tornato in patria, in Tunisia, oppure si è trasferito in Belgio, un paese che ha subito una scia di attentati terroristici.

Kheder, 31 anni, soprannominato “il nero”, secondo il racconto del tunisino che si è pentito, (è stato condannato per traffico di droga, ndr), ha vissuto a Marsala e Palermo, insieme al fratello e alla fidanzata, e ha lavorato in un paio di ristoranti.

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Di sicuro ha avuto frequentazioni con l’altro capo dell’organizzazione, Mongi Ltaief, che qualche settimana fa è stato assolto a Palermo in un processo per immigrazione clandestina. Mongi era stato pure arrestato. Il giorno dopo che gli concessero i domiciliari postò un’immagine su Facebook con la scritta: “Rimescoliamo le carte e ricominciamo”.

Nel settembre 2017 gli investigatori fecero irruzione nell’appartamento di un tunisino. Nel suo telefonino c’erano le fotografie di alcuni documenti di identità rilasciati in Belgio. Uno di questi, una parente, era stata falsificata e riportava l’immagine di Kheder. In altri passaggi di conversazioni intercettate alcuni indagati parlavano del progetto di trasferirsi in Belgio, passando da Milano e Parigi, dove qualcuno era pronto a garantire alloggio e coperture.

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09 Gennaio 2019, 17:07

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