Tesoreria, guerra Bnl-Comune| La banca adesso batte cassa

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19 Marzo 2015, 20:19

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PALERMO – Una fattura da quasi 2,6 milioni di euro per il triennio 2012-2014 e una parcella da 3.212,50 euro al giorno a partire dal primo gennaio 2015. Con la minaccia di azioni legali e dell’interruzione del servizio di tesoreria comunale verso la quinta città d’Italia dal primo aprile. E’ una vera e propria dichiarazione di guerra quella della Bnl che lo scorso 12 febbraio ha preso carta e penna e scritto a Palazzo delle Aquile una missiva dai toni infuocati mandata per conoscenza anche alla Banca d’Italia, al ministero dell’Interno, alla Regione e alla Corte dei Conti isolana, sia la sezione di controllo che la Procura.

Uno scontro senza precedenti tra il Comune guidato dal sindaco Leoluca Orlando e la Bnl che ha, come oggetto del contendere, il servizio di tesoreria, ovvero quello che consente all’amministrazione di erogare e incassare materialmente i soldi. Servizio che dal 2006 al 2012 è stato affidato alla Banca Nazionale del Lavoro, del gruppo francese Bnp Paribas: un colosso che però, adesso, di questo servizio non ne vuole sapere più nulla ma che dal 2012 continua a svolgerlo in regime di proroga visto che quattro bandi sono andati a vuoto.

La questione non è nuova, perché già nei mesi scorsi l’istituto aveva sbattuto i pugni sul tavolo, ma stavolta i termini sono perentori e peraltro la lettera è firmata non dai vertici locali, bensì dalla Direzione territoriale di Napoli. “Torniamo a ribadire l’assoluta illegittimità dell’attuale regime di proroga del servizio dovuto a ragioni esclusivamente imputabili a codesta amministrazione che, come dimostrato dall’esito infruttuoso delle gare sin oggi indette (30 giugno 2014, 25 gennaio 2012, 18 marzo 2013 e 29 luglio 2013), non ha saputo bandire procedure a condizione di interesse per il mercato”, scrive la Bnl. Insomma, un’accusa neanche tanto velata di non saper bandire una gara come si deve.

“Tale circostanza, come più volte evidenziato – continua la banca – ha determinato, così come sta determinando, gravissimi pregiudizi allo scrivente istituto, costretto a proseguire, proprio malgrado, nella gestione del servizio a condizioni economiche oltremodo onerose con considerevoli impatti negativi sulle risultanze di gestione”.

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La Bnl passa quindi all’ultimatum: il servizio cesserà il 31 marzo prossimo “declinando ogni e qualsiasi responsabilità, fermo restando l’obbligo di codesta amministrazione di riaffidare il medesimo secondo le vigenti disposizioni di legge senza ulteriore indugio a partire dal primo aprile”. E non è finita qui: la banca infatti batte cassa chiedendo 2.569.999 euro per i costi sostenuti dal 2012 al 2014 e 3.212,5 euro al giorno dal primo gennaio, con decorrenza immediata. Il tutto “con ogni riserva di tutelare i nostri diritti e interessi presso ogni competente sede giudiziaria, anche con riguardo a una eventuale risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta”. Una missiva inviata a titolo personale anche al Ragioniere generale e al dirigente dell’ufficio Contratti “per le correlate responsabilità”.

L’istituto aveva lasciato una porta aperta: un incontro entro 15 giorni per risolvere la questione. Però non solo l’incontro non c’è stato, ma il Comune è anche passato al contrattacco scrivendo a sua volta una nota per contestare le rivendicazioni della Bnl e comunicare che qualunque disservizio si dovesse verificare rappresenterebbe una violazione contrattuale fino al limite dell’interruzione del pubblico servizio. Una minaccia neanche tanto velata, che dimostra come la tensione sia alle stelle. L’amministrazione ha comunque presentato al consiglio comunale la delibera per il nuovo bando, già iscritta all’ordine del giorno.

 

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19 Marzo 2015, 20:19

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