07 Marzo 2015, 09:00
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PALERMO – Una lussuosa villa con piscina, appartamenti, quote di negozi di abbigliamento, macchine e conti correnti. Vale cinque milioni di euro il nuovo sequestro che colpisce il boss Salvatore Milano, un tempo gestore della cassa del mandamento di Porta Nuova.
I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Palermo non hanno smesso di setacciare gli affari di uno dei più potenti clan mafiosi della città e hanno consegnato alla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo l’informativa che ha fatto scattare il sequestro.
Ancora una volta si conferma l’interesse della mafia per il settore dell’abbigliamento. Nel maggio 2013 si scoprì che dietro il marchio Bagagli ci sarebbero i soldi di Totuccio Milano, come lo chiamano a Porta Nuova. Oggi tocca al 66 per cento dei negozi Le Griffe di corso Calatafimi 373 e via Rosario Gregorio 9, dove ha sede anche la Pa.Mil che si occupa di vendita di capi di abbigliamento all’ingrosso e al dettaglio. Dal sequestro resta fuori un socio.
Troppa sperequazione, si legge nel provvedimento del Tribunale presieduto da Silvana Saguto e dai giudici Fabio Licata e Lorenzo Chiaramonte, fra i redditi di Milano e dei familiari e i loro investimenti. Le indagini patrimoniali sono andate a ritroso nel tempo sino al 1998, anno dell’acquisto da parte della moglie di Milano, Antonina Giardina, del primo immobile in un palazzo di via Volontari Italiani del Sangue nella zona dell’ospedale Civico. Lo screening si è protratto al 2013 quando i Milano hanno costruito la villa di via Campagnella a Trabia. La concessione edilizia è stata chiesta e ottenuta dal genero di Milano, Stefano Vitrano, pure lui colpito dal sequestro proposto dal pubblico ministero Dario Scaletta.
Dunque arriva una nuova grana giudiziaria e patrimoniale per Milano dopo quella due anni fa. Allora le indagini erano della Direzione investigativa antimafia e si concentrarono su Filippo Giardina, titolare della Bagagli srl, considerato prestanome di Milano, storico uomo d’onore della famiglia di Palermo Centro, già condannato per mafia, arrestato nel blitz Perso del 2008, e di nuovo condannato a sei anni e 4 mesi dalla Corte d’appello. Filippo Giardina fece sapere nei giorni del sequestro che il patrimonio da lui accumulato è “esclusivamente frutto del duro lavoro, suo e dei suoi familiari. Una verità che le indagini faranno venire a galla”. Tutti i negozi, sia Bagagli che Le Griffe, proseguono l’attività. La parte di proprietà riconducibile a Milano passa in amministrazione giudiziaria.
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07 Marzo 2015, 09:00