19 Settembre 2016, 12:20
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PALERMO – Mentre i nuovi attendono il biglietto d’ingresso alla facoltà più ambita del capoluogo, per i vecchi, ovvero quelli che hanno provato il test di medicina lo scorso settembre, si riaprono le graduatorie. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato il quale, con una ordinanza, ha dichiarato come illegittima la chiusura delle graduatorie da parte del Miur che, con un decreto di febbraio, ha bloccato lo scorrimento lasciando vacanti alcuni posti. Il bando di concorso del 2015, infatti, prevedeva che i candidati in lizza per la sede di preferenza dovessero manifestare l’interesse per quel posto immatricolandosi entro e non oltre febbraio. Mese in cui, però, è stato bloccato lo scorrimento delle graduatorie lasciando fuori i futuri medici.
Solo per l’Università di Palermo non sono stati assegnati venti posti. Posti che, adesso, saranno ridistribuiti. Una decisione storica, quella dell’organo amministrativo, che riguarda sia i ricorrenti, difesi dagli avvocati Leone e Fell, sia i non ricorrenti che hanno fatto il test di medicina lo scorso anno. Ed è lo stesso Consiglio di Stato a specificare, nell’ordinanza, che “la mancata utilizzazione dei residui posti, a tali date ancora disponibili presso ciascuna università, può ragionevolmente imputarsi a disfunzioni dell’amministrazione, piuttosto che a omissioni dei candidati”. Adesso l’Università di Palermo dovrà far scorrere la graduatoria di medicina, fino ad assegnare tutti i posti, originariamente previsti ma ancora disponibili.
Saranno solo venti, però, i candidati del test di medicina che potranno immatricolarsi, a condizione che vantino un punteggio utile. Si tratta di candidati “prenotati”, ovvero future matricole che hanno ottenuto un posto nell’università indicata tra le preferenze al momento del test. Questi avevano tempo fino allo scorso febbraio per immatricolarsi. Potevano o scegliere l’università in cui hanno ottenuto un posto, nonostante non coincidesse con la città della loro prima scelta, oppure aspettare gli scorrimenti di graduatoria. Scorrimenti che, però, sono stati blindati da un decreto ministeriale sette mesi fa, nonostante i posti ancora vacanti.
Adesso la partita per i ‘vecchi’ viene riaperta in attesa di conoscere l’esito per i ‘nuovi’. “Il Consiglio di Stato, con questa pronuncia storica, rende finalmente giustizia a migliaia di studenti vittime dell’irrazionale sistema dei test d’ammissione – spiegano gli avvocati Leone e Fell, che hanno presentato il ricorso -. Un sistema che mortifica il diritto allo studio e che, a causa di una procedura piena di falle, crea delle situazioni di chiara irregolarità puntualmente sanzionate dal giudice amministrativo. Questa vittoria rende onore all’impegno che in questi anni abbiamo profuso contro questo sistema e ci esorta a tenere gli occhi aperti anche nei confronti dei test dello scorso 8 settembre. In questi ultimi giorni, infatti, sono già arrivate in studio centinaia di segnalazioni che ci segnalano irregolarità e stranezze che avrebbero caratterizzato le prove d’ammissione appena concluse. Valuteremo il da farsi e poi, eventualmente, torneremo al Tar per chiedere giustizia”.
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19 Settembre 2016, 12:20