24 Settembre 2016, 16:30
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CATANIA – Con l’hashtag #ituoidiritticontano l’avv. Massimo Ferrante attraverso le pagine social rende note presunte illegittimità nelle scelte del Miur, un’accusa che, oltre a destare l’ennesimo clamore, allo stesso tempo getta nello sconforto gli aspiranti camici bianchi (2618 soltanto a Catania) che si sono sfidati a colpi di “X” nel fatidici test di ingresso svolti lo scorso 6 settembre.
Ma di cosa si tratta? “Ogni anno il MIUR riesce a dare veramente il meglio nell’organizzazione dei test d’ingresso alle facoltà a numero programmato – esordisce ironicamente il legale – Anche questa volta per i test d’ingresso a Medicina ed Odontoiatria è riuscito ad assegnare il “sei politico” nella misura di 1,5 punti a tutti i candidati nella domanda 16. Naturalmente, queste importanti (ed aggiungerei difficili) scelte, che tra l’altro non sappiamo se prese direttamente dal Ministro o da illustri consulenti, pagati, naturalmente dai contribuenti, dovrebbero provare a risolvere i problemi e non a complicare ancora di più la già ingarbugliata macchina dei test d’ingresso”.
Qual è il risultato di questa scelta? “Il risultato? Semplice: con la decisione di assegnare a tutti 1,5 punti, di fatto il Miur è riuscito, in un colpo solo, a far fuori i principi di parità e merito. Infatti, l’attribuire il punto a tutti è una scelta assolutamente sbagliata”. Del resto proprio il regolamento pone tre tipologie di assegnazione: 1,5 punti per ogni risposta esatta, -0.4 punti per ogni risposta errata e 0 punti per ogni risposta omessa.
La scelta invece avrebbe un effetto sulle graduatorie definito “devastante”: Perché? “Non sono necessari master per comprendere che con l’assegnazione di un punto eguale per tutti viene meno l’unica facoltà nella quale l’uomo può dirsi ancora libero: l’arbitrio! – continua l’avv. Ferrante – Infatti, lo studente, posto dinanzi ai quesiti, sarà libero di scegliere una tra le tre opzioni e di ciò, naturalmente, se ne addosserà la responsabilità”. Dare un unico punto a tutti è certamente violazione del principio di eguaglianza. Ma ci sarebbe dell’altro: “la domanda n. 33 – prosegue Ferrante – è stata formulata in modo assolutamente errato anche dal punto di vista scientifico”.
Il Miur ha ritenuto valida la risposta “A”. “In verità sbagliata in maniera palese – spiega il legale – Riteniamo che l’illegittimità delle scelte del Miur possano rappresentare un valido motivo d’impugnazione presso il TAR del Lazio”. A breve lo studio organizzerà un incontro pubblico dove poter discutere delle illegittimità, un ennesimo ricorso collettivo sembra essere alle porte: “lo studio sta raccogliendo le prime adesioni – conclude Massimo Ferrane – sebbene si dovrà aspettare la pubblicazione definitiva del 4 ottobre prossimo”.
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24 Settembre 2016, 16:30