06 Febbraio 2013, 20:48
1 min di lettura
CATANIA – La testa mozzata di un agnello è stata trovata sull’auto di Rosario Puglia, l’imprenditore vitivinicolo di Linguaglossa (Catania) che ha denunciato il racket e che da due settimane attua lo sciopero della fame per protestare contro quella che definisce “l’assenza dello Stato”. L’episodio è stato denunciato aI carabinieri e reso noto da tre associazioni antiracket. Nel documento si rivela che “anche l’impresa dei Giuffrida”, a Linguaglossa, ha “ricevuto un altro chiaro messaggio intimidatorio”: colpi di pistola sono stati esplosi contro la vetrina dell’attività commerciale già distrutta da un incendio doloso. Le associazioni ‘I cittadini contro le mafie e la corruzione’, ‘Antonio Caponetto’ e ‘Testimoni di giustizia’, in un documento congiunto parlano di “silenzio assordante della politica siciliana e nazionale” nei confronti degli imprenditori antiracket di Linguaglossa che “tentano di resistere alle mafie che sparano e a quelle economico politiche che le proteggono”. Le associazioni definiscono “la situazione non più sostenibile” e chiedono “un urgente incontro al ministro dell’Interno”. “Se non ci sarà la disponibilità – conclude il documento – anche in considerazione dell’imprenditore di Milano, Frediano Manzi, al quale va la nostra incondizionata solidarietà, organizzeremo le opportune iniziative a sostegno delle vittime”.
Pubblicato il
06 Febbraio 2013, 20:48