24 Febbraio 2022, 20:32
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“Ti sparo in testa, sono del clan Cappello e parente di Pandetta…”. Per il gup Carlo Cannella la frase pronunciata da Francesco Barbagallo non avrebbe avuto uno scopo estorsivo, ma si sarebbe trattato di una minaccia. È infatti per questo reato che il giudice lo ha condannato a due anni e mezzo. La pm Assunta Musella invece aveva chiesto una condanna a quattro anni. Il gup inoltre ha disposto la revoca della custodia in carcere dell’uomo, difeso dall’avvocato Eugenio De Luca.
Quelle parole, millantando appartenenze mafiose e parentele scottanti, sono state pronunciate nei confronti di un fornitore di cialde da caffè a cui doveva pagare circa 30 mila euro di merce. Il commerciante – collega di settore di Barbagallo – si è rivolto alla polizia che dopo aver raccolto la testimonianza ha svolto le indagini culminate con l’arresto eseguito lo scorso 21 maggio.
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24 Febbraio 2022, 20:32