15 Gennaio 2020, 20:14
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PALERMO – “Io invece ti volevo chiedere se tu hai fatto quel passaggio per quel signore molto carino”. Così parlava un avvocato con Salvatore Tumminia, in carcere da alcune ore con l’accusa di essere il nuovo boss di Belmonte Mezzagno. E Tumminia rispondeva: “L’ho fatto un mese fa, perché non si è visto?”.
I carabinieri danno una spiegazione alle parole: “Durante la conversazione intercettata il 29 novembre 2019 si evince chiaramente che il legale aveva interessato il capofamiglia di Belmonte Mezzagno affinché convincesse un soggetto, al momento non identificato, a pagarlo per l’assistenza legale ricevuta in passato”. Il professionista cinquantenne vantava un credito di seimila euro per parcelle mai pagate dal cliente: “… ma è una cosa inutile passarono quindici giorni… qui stiamo parlando di anni e di cause vinte e sistemate capisci Salvatò”.
E Tumminia ribadiva: “… ma io già l’avevo fatto il passo solo che non ho avuto tempo neanche di chiedere ma pensavo che lui era venuto a trovarti”. Non si sa come sia andata a finire la vicenda, né se il penalista fosse a conoscenza della caratura mafiosa del suo interlocutore, già condannato in passato. Di sicuro gli riconosceva la capacità di risolvere a suo favore la controversia. L’avvocato non è indagato, ma non è escluso che sarà presto convocato dai magistrati per chiarire il contenuto delle intercettazioni. Lui che è un uomo di legge aveva cercato una scorciatoia per fare valere un suo diritto.
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15 Gennaio 2020, 20:14