05 Maggio 2009, 14:06
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Potrebbero essere i voti sardi la carta vincente in mano a Rita Borsellino per la conquista di un seggio a Strasburgo? Le preferenze del milione di abitanti dell’isola dei quattro mori, accorpati ai cinque milioni di siciliani nella circoscrizione Sicilia-Sardegna alle elezioni del 6 e 7 giugno, potrebbero essere determinanti per raggiungere l’agognato primato nella lista del Partito democratico.
Forse non è un caso, dunque, che la sorella del magistrato assassinato da Cosa Nostra simbolo dell’antimafia, si appresti a sbarcare in Sardegna per la sua prima tappa ‘in trasferta’ di questa campagna elettorale. E, probabilmente, non è un caso nemmeno che sia prevista la presenza al suo fianco di Renato Soru, l’ex presidente della Regione Sardegna dimessosi dall’incarico a causa delle polemiche interne al Pd e poi bocciato alle urne, sbaragliato da Ugo Cappellacci, concorrente del Popolo delle Libertà.
L’occasione della Borsellino per proporsi agli elettori sarà un incontro pubblico che si terrà mercoledì pomeriggio a Sestu, nei locali della Pro loco, sul tema ‘Democrazia e legalità, una politica onesta è ancora possibile?’, al quale parteciperà anche la candidata nuorese Francesca Barracciu.
Le preferenze dei sardi nella competizione europea sono poco rilevanti a causa della scarsa consistenza numerica degli abitanti dell’isola che, per questo motivo, incidono ben poco sul risultato frutto di un complesso meccanismo matematico elettorale. Per questo era stata ipotizzata una modifica legislativa che scorporasse i voti della Sardegna dalla circoscrizione. Una proposta accantontata in extremis. La presenza dei sardi, adesso, potrebbe tornare utile alla candidata del Pd. La notorietà ottenuta con il suo costante impegno nella lotta alla criminalità organizzata, infatti, potrebbe vincere le ritrosie dei sardi a votare candidati della Trinacria.
Sul territorio siciliano, invece, la Borsellino sconta sia la concorrenza diretta di altri candidati ‘antimafia’, come il sindaco di Gela, Rosario Crocetta, che indiretta, come quella di Claudio Fava, l’europarlamentare uscente ricandidato nella lista Sinistra e libertà. A tutto questo si aggiunga che molti militanti del Pd non hanno gradito le pesanti critiche rivolte in passato al partito da Rita Borsellino né la sua scelta di candidarsi come indipendente. Logico, dunque, che costoro preferiscano scrivere sulla scheda elettorale il nome di un ‘interno’ al Pd, magari Italo Tripi, ex segretario regionale della Cgil.
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05 Maggio 2009, 14:06