Tona e quel “Satana” di Cappellano| Beni, microspie e scandali

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20 Febbraio 2017, 20:28

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PALERMO – Alle orecchie del giudice Giovanbattista Tona erano giunte notizie poco lusinghiere sul conto di Gaetano Cappellano Seminara. C’era chi riteneva il più nominato fra gli amministratori giudiziari capace di azioni “poco sotto quello che può fare Satana in persona”.

Le conversazioni del consigliere della Corte d’appello con l’amministratore giudiziario e amico Carmelo Provenzano sono finite in un fascicolo trasmesso dai pm di Caltanissetta a quelli di Catania che hanno aperto una nuova inchiesta. Agli atti ci sarebbe anche la ricostruzione di una nomina da parte di Tona che, nel gennaio 2006, quando era ancora giudice per le indagini preliminari, scelse Cappellano Seminara per amministrare due rami di azienda della Calcestruzzi spa con sede a Riesi e a Gela.

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Della vicenda discuteva con Provenzano in una delle conversazioni intercettate il 30 luglio 2015. Ecco cosa annotano i finanzieri della Polizia tributaria di Palermo: Tona spiegava a Provenzano di avere “sentito dire cose di Cappellano poco sotto quello che può fare satana” e aggiungeva di avere fatto delle “verifiche” nel 2005”. E cioè un anno prima di nominarlo amministratore. Tona aggiungeva che sul conto di Cappellano Seminara aveva “saputo anche delle cose che non sono bellissime… furbizie… scorrettezze”, che però non giudicava penalmente rilevanti.

Di certo, secondo gli investigatori, le poco lusinghiere referenze di Cappellano Seminara non suggerirono a Tona l’opportunità di non nominare l’amministratore giudiziario.

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20 Febbraio 2017, 20:28

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