21 Settembre 2018, 11:55
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La lotta ai lavavetri passa dal sequestro delle attrezzature e dei guadagni. Mettersi ai semafori a chiedere l’elemosina in cambio di una ripulita al parabrezza non è più considerato un reato da tempo, ma continua a essere un illecito amministrativo. Lo sanno bene i vigili urbani del Comune di Torino che, dopo anni di lotte vane ai professionisti del parabrezza, hanno trovato la maniera per dare una battuta d’arresto al fenomeno.
Solo da gennaio a oggi, oltre 100 lavavetri sono stati multati e più di 500 spazzole sono state sequestrate. E se per il pagamento delle multe – secondo lo stesso comando della polizia municipale – ci sarà poco da fare, togliere ai lavavetri i “ferri del mestiere” e i guadagni del “turno” di lavoro si sta rivelando una scelta vincente.
Da questa esperienza potrebbe derivarne un vero e proprio “modello” da seguire per le altre città. Quella contro i lavavetri infatti è una battaglia intentata da tempo in molte comuni, con risultati quasi sempre modesti. Ci provò Firenze, nel 2007, quando il sindaco Leonardo Domenici fece un’ordinanza che puniva i trasgressori con sanzioni economiche e la reclusione fino a tre mesi, ma il provvedimento venne bloccato dalla procura. Nel 2009 fu la volta di Roma, con Gianni Alemanno che firmò un atto simile a quello del collega fiorentino: anche lì il risultato non fu quello sperato e le multe restarono quasi tutte non pagate.
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21 Settembre 2018, 11:55