23 Agosto 2012, 20:18
2 min di lettura
Diego Cammarata torna a parlare. E lo fa attraverso un’intervista rilasciata al quotidiano “il Giornale”. Difende a spada tratta il proprio operato e si scaglia contro l’atteggiamento del suo successore Leoluca Orlando, reo, a suo dire, di aver celato all’opinione pubblica un avanzo di amministrazione di sei milioni di euro lasciato in eredità proprio dall’amministrazione Cammarata.
“Orlando coi numeri non può barare – ha detto l’ex sindaco – non può accostare un pericolo di dissesto alla gestione della precedente amministrazione, che tra il 2006 e il 2011 ha tagliato circa 80 milioni della spesa corrente”. Ma Cammarata va oltre, parla del rischio default che potrebbe coinvolgere il comune e delle dimissioni di Ugo Marchetti dalla carica di vice sindaco e assessore al Bilancio dopo appena tre mesi, imputando a Orlando una scarsa attenzione alla quadratura dei conti. Secondo Cammarata, infatti, a causare le dimissioni di Marchetti sarebbe stato il rifiuto da parte di sindaco e collaboratori di sposare la politica di rigore del generale della Guardia di Finanza. “Lui e i suoi – ha detto l’ex sindaco riferendosi all’attuale sindaco – se ne fregano dei conti in ordine. Il vero problema di Orlando è che non dispone delle risorse che gli consentirebbero di mantenere le tante promesse fatte in campagna elettorale”.
Anche riguardo le partecipate, tema particolarmente d’attualità in questi giorni, Cammarata non le manda a dire, criticando il “fumo negli occhi” gettato dall’attuale sindaco che in realtà “sa bene – secondo il suo predecessore – che non c’è alcun debito che possa portare effetti pregiudizievoli sul bilancio del Comune”. E lo stesso vale per “i 1.800 precari della Gesip, figli di quegli oltre 7 mila lavoratori socialmente utili che io ho ereditato da lui quando nel 2001 sono diventato sindaco”. Insomma, un Diego Cammarata in cerca di rivalsa dopo le numerose critiche che ha ricevuto la sua gestione. Che teme il default, ma è speranzoso alla luce dei conti in ordine che sostiene di aver lasciato al suo successore e di cui avrebbe prova certificata grazie ad una relazione che lo stesso ex sindaco si sarebbe fatto redigere dal ragioniere generale del comune di Palermo una volta conclusa la sua esperienza a Palazzo delle Aquile.
Pubblicato il
23 Agosto 2012, 20:18