Torna il Dottor Nessuno | “Quel pianto in corsia…”

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13 Marzo 2014, 11:06

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Torna il Dottor Nessuno. Dopo il commento lasciato su Livesicilia nel gennaio 2013, in cui raccontava la sanità siciliana e i suoi legami con la politica dal punto di osservazione di chi opera nel settore, il Dottor Nessuno pubblica un nuovo intervento. Questa volta il commento è all’articolo sui manager della sanità, le cui nomine tardano ad arrivare. E intanto negli ospedali siciliani continua l’odissea di medici e infermieri… Riportiamo qui sotto l’intervento completo del

Io sono il Dott. Nessuno
Era un giorno come tanti, la pioggia fuori era piccola, flebile e fredda. Arrivo presto al mattino, come sempre e, come sempre, il mio primo pensiero è farmi un giro fra i letti con la speranza, quella nascosta, di trovarli occupati come il pomeriggio prima. Fuori è freddo, le teste scure che si affacciano appena da sotto le coperte, spiccano accanto alle luccicanti fleboclisi dove brillano, a cadenza noiosa, le gocce di liquido. Non c’è però nessuno in giro, nessuna tuta colorata che armeggia accanto a qualcuno, nessun carrello pieno di biancheria piegata. Nessun brusio conosciuto. Strano, è l’ora dell’ispezione dei pazienti dopo la notte. Il pannolone sporco, la flebo da cambiare, il prelievo di sangue per il controllo. I miei infermieri dove sono? Loro sono i primi che incontro di mattina, loro hanno ereditato le notizie della notte, loro, freschi di riposo, iniziano ad occuparsi dei malati, ma in giro non c’è nessuno. Allarmante vuoto, la notte è appena finita, ma cosa ha spinto tuta la squadra a non essere lì, dove è il loro posto, a compiere il primo bilancio della giornata. Li conosco tutti, uno per uno, conosco i loro pregi, i loro difetti, conosco le loro famiglie, i loro vizi e le manie di ciascuno. Li conosco tutti e so che di loro ci si può fidare. Sono sempre presenti, magari un po’ svogliati, ma ci sono sempre. Tanti anni passati insieme, vicino ai nostri malati, ci hanno unito, ci hanno dato la consapevolezza che la vita, la morte, la sofferenza, il dolore, la guarigione e la speranza ci ha forgiato in un’unica armatura contro la malattia.

Siamo in Sicilia e qui la sanità è fatta con il cuore, con la fantasia, con la passione di chi non vuole mollare. Il mio passo diventa più pesante, verso la medicheria, accanto la cucina. Se sono lì, a prendersi il caffe, tutti insieme, mi sentiranno. Tuona la mia mente. Il freddo della mattina, dentro, si trasformava in uno strano calore che sale da dentro. Adesso mi sentiranno!!!! Irrompo nella cucina, riempio i polmoni, ma, mi blocca il viso consunto e pieno di lacrime dell’infermiera C. Gli altri, vicini, in silenzio. Tra di loro, quasi coperta, quell’esile viso della Infermiera G., quella giovane. Il suo volto tirato, la sua voce stridula, esibiva un pianto lamentoso, le labbra strette e piene di lacrime.

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G. va via, non le hanno rinnovato l’incarico, ieri sera è stato il suo ultimo turno. Così l’infermiere L. interrompe il mio respiro pronto a proferire il rimprovero che ero pronto a lanciare. G. va via? Ma come, era tutto tranquillo, ci avevano promesso che ciò non sarebbe avvenuto. L’infermiera C. tuona, adesso come faremo? Eravamo una squadra con 4 unità e ce la facevamo appena. Adesso non hanno rinnovato l’incarico a G. e rimaniamo in tre, come faremo? Qui il lavoro è pesante, i malati sono quasi tutti operati e gravi, siamo in perenne urgenza. Come faremo? E poi G. è una bravissima infermiera, ha lavorato sodo, si è impegnata, per noi faceva parte della famiglia. G. scoppia a piangere e ricorda, con parole farfugliate. Come farà la Sig.ra Gianna quando tornerà a controllo e non mi troverà, lei veniva sempre quando ero di turno e si curava perché io la incoraggiavo. Come farà? Come faremo noi? Penso. Questi Infermieri danno l’anima tutto il giorno, sono affidabili, preparati, seri. Uno in meno li metterà in crisi, metterà in pericolo l’attività del reparto, le terapie, le medicazioni, l’igiene, l’assistenza. Come faremo. G. la mandano via, non le hanno rinnovato l’incarico.

L’eterno Commissario Straordinario dice che non può fare nulla, lui è in sospeso da 2 maledetti anni. Fantomatiche nomine dei Direttori generali che potrebbero risolvere il problema ormai si raccontano nelle barzellette nei corridoi delle corsie. Infermieri in cambio non ce ne sono, ormai sono quasi tutti precari e quasi tutti arrivano, lavorano sodo e poi vanno via. L’infermiera G. va via. Perdiamo tutti questa energia. La Sig.ra Gianna perde un angelo, il reparto perde un validissimo supporto, l’ospedale perde una infermiera con elevate qualità morali e professionali. Perdiamo tutti. Però quando qualcuno perde, qualcuno sempre ci guadagna. Si, Sig. Assessore alla Sanità, Sig. Presidente, Signori deputati regionali, voi guadagnate uno stipendio in meno da decurtare su un bilancio, voi guadagnate un’angoscia in più. Voi guadagnate un siciliano di qualità che scappa ancora una volta verso chissà quale gelida città. Voi guadagnate l’ennesimo sbigottito risentimento. Voi guadagnate le mie, le nostre spalle quando verrete a turno per le prossime elezioni Europee. Bel bottino!!!! Rimbocchiamoci le maniche, un respiro profondo, stringo i pugni. Quanto ancora dobbiamo subire? Abbraccio l’infermiera G. e la ringrazio per quello che ha dato ai nostri malati ed a tutti noi. Rimbocchiamoci le maniche, in qualche modo faremo, purché non ne risentano i malati, vi darà una mano pure io, magari appena esco dalla sala operatoria, vi aiuterò a cambiare le flebo, ma la pazienza è persa. Al suo posto tanta e tanta delusione.
Grazie

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13 Marzo 2014, 11:06

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