Torre del Grifo, Mascalucia vince | la causa contro il Calcio Catania

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26 Aprile 2018, 07:01

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MASCALUCIA – Non sarà il Comune di Mascalucia a restituire 500 mila euro alla società Calcio Catania, al contrario sarà quest’ultima a dover ora pagare 1 milione e 300 mila euro per tasse mai versate. La decisione arriva dal CGA che con una recente sentenza mette la parola fine ad una controversia giudiziaria iniziata diversi anni fa. Al centro della vicenda, la realizzazione del mega centro polisportivo polivalente di Torre del Grifo nel territorio di Mascalucia. L’impianto, costato oltre 20 milioni di euro, è di proprietà della società etnea. Il Comune all’epoca dell’approvazione del progetto aveva fatto sborsare più oneri del dovuto alla società Calcio Catania. Ma il credito vantato da quest’ultima verrà ora semplicemente scalato, tramite una procedura di compensazione, dalla somma complessiva di oltre 1 milione di euro che il Calcio Catania è tenuto a corrispondere all’amministrazione mascaluciese per vecchi tributi fiscali mai versati. Ovvero Imu, Tari e tasi.

È così che il Comune quasi in calcio d’angolo è riuscito ad evitare che la società infilasse le mani nelle casse dell’ente per prelevare la cospicua somma. Ma andiamo per ordine. Tutto inizia quando nel 2009 il Consiglio Comunale approva il progetto per la realizzazione del centro sportivo di Torre del Grifo. Alla società calcistica l’amministrazione quantifica un contributo concessorio di euro 3.896.225.62 per oneri di urbanizzazione e costo di costruzione dell’opera. Ma il Comune sbaglia i conti e chiede alla società più di quanto dovuto. Così il Catania decide di fargli causa. Il Tar nel 2012 gli dà ragione proprio nella parte in cui il provvedimento amministrativo comunale imponeva la corresponsione delle somme.

La sentenza accogliendo in parte le richieste del Catania “stigmatizza – si legge – l’utilizzo da parte del Comune di coefficienti impropri in luogo di quelli previsti per gli insediamenti residenziali in zona agricola limitatamente al residence per la squadra e alla casa del custode, annullando la sanzione irrogata dal Comune per l’asserito ritardo nel pagamento della seconda rata del contributo”. La sentenza viene però successivamente impugnata da entrambe le parti. Il Tar nel 2015 accoglierà parzialmente le istanze stavolta del Comune – guidato dal sindaco Giovanni Leonardi – che ricalcolerà i nuovi importi degli oneri concessori per la società. Secondo i nuovi conteggi, emerge una differenza pari a quasi 500 mila euro di contributi erroneamente versati dalla società al Comune, appunto. Ma questo non restituisce ancora la somma e prende tempo. A quel punto, allora, la società intenzionata a riavere i soldi si rivolge di nuovo al tribunale per ottenere l’esecutività della sentenza emessa 279 nel 2012 e la possibilità di prelevare coattivamente la somma dalle casse dell’ente locale. Ma è allora che Il Comune decide di avviare una procedura interna di verifica dei tributi, al cui esito vengono fatte notificare alla società calcistica cartelle di pagamento del valore di un milione e 300 mila euro per tasse mai versate. Una “contromossa” da parte del Comune che il Cga con la sentenza n° 28 del 2018 ha riconosciuto legittima.

I giudici specificano, infatti, che il Comune non è stato affatto condannato al pagamento della somma. “Per la verità – si legge – con la sentenza ottemperanda non si dispone nessuna condanna del Comune a pagare alla ricorrente l’importo di euro 425.527,89, in quanto la sentenza si limita, in riforma della sentenza del Tar Sicilia – Catania 2.2.2012 n. 279, a procedere all’annullamento parziale degli atti comunali impugnati in primo grado, onerando il Comune di ricalcolare gli oneri concessori applicando il coefficiente indicato nella sentenza. Pertanto la predetta somma di euro 425.527,89 è stata autonomamente individuata dal Comune come conseguenza dell’annullamento degli atti comunali, con i quali era stato imposto al Club Calcio Catania il versamento (rivelatosi eccessivo) di oneri per opere di urbanizzazione”.

La scelta del Comune di desistere dal pagare la citata somma deriva piuttosto – come scritto dai giudici – “dai numerosi crediti che vanta nei confronti della società ricorrente, di molto superiori al credito della società, per cui questo Consiglio potrebbe dichiarare l’intervenuta compensazione tra le somme oggetto della sentenza n. 155/2015 ed il maggior credito, di cui sarebbe titolare il Comune, quale risulta dagli avvisi di accertamento; più esattamente i crediti vantati dall’amministrazione sarebbero di natura tributaria e risulterebbero soprattutto dall’avviso di accertamento emesso in data 5 agosto 2016 e già passato a ruolo di Riscossione Sicilia per euro 274.229,00 e dall’avviso di accertamento emesso in data 2.4.2016 dell’importo di euro 466.073,00, tutti crediti liquidi, certi ed esigibili che andrebbero compensati con le somme oggetto della domanda di esecuzione del giudicato”;

Insomma, la situazione si è così ribaltata, ed il Comune da debitore è passato a essere creditore di circa 1 milione e 300 mila euro. E per i giudici, ha, dunque giustamente invocato il riconoscimento del diritto di compensare il credito della società ricorrente con crediti vantati dal Comune. Infatti, precisa la sentenza che “attraverso l’operazione compensativa proposta non può dubitarsi che la sentenza trovi esecuzione (..) ricevendo in tal modo un indubbio vantaggio giacché viene a trovarsi nella condizione di pagare i debiti tributari nella minore misura che risulta dalla compensazione”.

È questo l’ultimo atto firmato dal sindaco uscente del Comune, Giovanni Leonardi che come annunciato ha scelto di non ricandidarsi alle elezioni comunali del prossimo 11 giugno. E adesso toccherà al prossimo primo cittadino e amministrazione procedere con il recupero dei tributi già avviato da Leonardi. “Per noi il Calcio Catania – dichiara il sindaco a LiveSicilia – è un’importante realtà e siamo davvero orgogliosi della presenza di questa struttura nel territorio. Il Catania è soprattutto il maggiore contribuente del Comune. Abbiamo avviato una procedure di verifica atta al recupero degli oneri tributari per difendere l’ente dal prelievo coattivo di 500 mila euro dalla casse. Non voleva essere un aggredire. La nostra decisione è scaturita proprio dal momento di difficoltà che stavamo vivendo a seguito dell’esito della sentenza che giustamente dava ragione alla società. Abbiamo appurato che Il Catania doveva dei soldi al Comune e pertanto abbiamo adottato tale strategia. La compensazione ci sembrava la soluzione migliore per tutti. Questo era il mio compito e impegno morale. Adesso, la prossima amministrazione dovrà proseguire con il recuoero delle somme restanti”, conclude Leonardi.

LA REPLICA – Precisa la società Calcio Catania:

– “Il Calcio Catania, tra i maggiori contribuenti del Comune di Mascalucia, ha provveduto e provvede regolarmente al pagamento delle rate relative ad imposte e tributi. Calcio Catania S.p.A. pertanto non è da intendersi quale soggetto moroso ma, al contrario, come un contribuente che, in coerenza con le prescrizioni normative, provvede, con modalità rateale, a corrispondere le imposte comunali. Il Comune di Mascalucia, a titolo di imposte sugli immobili, richiede ogni anno il pagamento a Calcio Catania di oltre 400.000 euro, applicando coefficienti non riconducibili agli immobili presenti all’interno del Centro Sportivo “Torre del Grifo Village”.

Ed infatti i tecnici incaricati da Calcio Catania S.p.A. hanno avviato le verifiche per porre in essere le attività finalizzate all’accertamento del corretto importo dovuto al Comune di Mascalucia.

Ciononostante la Società Calcio Catania S.p.A. ha richiesto ed ottenuto all’Ente di riscossione di potere fruire della previsione normativa della rateizzazione dell’importo dovuto ed, in coerenza con il piano di ammortamento approvato, sta corrispondendo le relative rate.

– In merito ad oneri relativi alla realizzazione del Centro Sportivo “Torre del Grifo Village”, il Comune di Mascalucia omette di riferire che ha percepito dalla società Calcio Catania somme di gran lunga superiori a quelle dovute, determinate a seguito dell’utilizzo di coefficienti impropri. La Società Calcio Catania, atteso il protrarsi dell’inadempimento del Comune, ha dovuto sostenere gli oneri di ben due Giudizi Amministrativi per vedere riconosciuto il diritto del Calcio Catania alla restituzione di oltre 500.000 euro. Il Comune di Mascalucia, nonostante sentenze di primo e secondo grado lo obbligassero al rimborso, non ha corrisposto al Calcio Catania tale importo.

– La citata sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa, al quale si è dovuto ulteriormente rivolgere il Calcio Catania per ottenere l’adempimento delle sentenze, dispone l’applicazione dell’istituto della compensazione tra quanto dovuto dal Comune di Mascalucia al Calcio Catania, per l’erronea determinazione degli oneri di cui sopra, e quanto il Calcio Catania deve e dovrà, per tributi ed imposte, al Comune stesso. Rispetto a tale sentenza, però, il Comune di Mascalucia è ancora una volta inadempiente, non avendo ancora proceduto allo sgravio dei tributi conseguente all’adozione del meccanismo di compensazione.

– Il Comune di Mascalucia omette ancora una volta di riferire che deve ancora al Calcio Catania un’ulteriore somma pari a 100.000 euro, oltre interessi e rivalutazione: tale debito si riferisce al completamento ed all’apertura di una strada, nel contesto delle opere di urbanizzazione relative alla citata realizzazione del Centro Sportivo “Torre del Grifo Village”. Il Comune di Mascalucia avrebbe dovuto provvedere al pagamento già a seguito del collaudo: non avendo adempiuto, il Calcio Catania ha provveduto ad avviare le conseguenti azioni a tutela delle sue ragioni”.

LA CONTROREPLICA INVIATA DAI LEGALI DEL COMUNE 

“Leggere le affermazioni della società Calcio Catania s.p.a. significa non rendere giustizia al reale assetto giudiziario ancora in parte in corso che esiste tra la società e l’Amministrazione Comunale di Mascalucia dinanzi al Giudice Amministrativo e Giudice Civile, non senza passare dal dare un rapido sguardo alle vicende tributarie. 

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– In primo luogo, va chiarito che la società calcistica fornisce un miscuglio di notizie tra loro non ordinate e che appartengono a comparti differenti. 

La società Calcio Catania non provvede regolarmente al pagamento delle imposte comunali tanto da aver accumulato un debito nei confronti del Comune pari a oltre € 1.500.000,00 per IMU anni 2013 – 2016 (e sta maturando anche il 2017) e per TARI 2013 al 2015.

La sentenza del CGA (n. 28/2018) è molto chiara poiché non solo indica con precisione tali imposte non liquidate, ma specifica che solo per taluni importi è stata chiesta la rateizzazione e precisamente per la somma di € 274.229,00 dovuta per mancato pagamento IMU annualità 2013. va anche precisato che di tale rateizzazione sono state corrisposte pochissime rate. 

Ciò detto e precisato che nessuna impugnazione pende avverso tali imposte nè avverso le relative cartelle emesse da Riscossione Sicilia s.p.a. dinanzi alla Commissione Provinciale Tributaria di Catania, va chiarito che la determinazione dell’importo (lamentato nel commento oggi riscontrato) non dipende da una determinazione del Comune, bensì dall’Agenzia del Territorio, con la quale la società non risulta abbia interloquito. 

La sentenza del CGA, in virtù dell’applicazione dell’estinzione dovuta alla compensazione legale, demanda al Comune la possibilità di imputare il credito vantato dalla società calcistica (che ammonta ad €425.527,89 oltre interessi) ai tributi dovuti, provvedendo alla riduzione e, dunque, allo sgravio. 

Trattasi di operazioni che importano una serie di adempimenti amministrativi specie con riferimento alle previsioni di bilancio e che sono in corso di definizione (d’altra parte la sentenza è stata pubblicata l’11 Gennaio scorso); nessuna tempistica ha imposto il CGA. 

Nessun importo di € 500.000,00 deve essere restituito, dunque, alla società, ma solo scomputato dagli oneri tributari di molto maggiori. 

– Seconda precisazione. La società calcio catania assume di vantare un ulteriore credito di €100.000,00 per i quali ha attivato le opportune attività giudiziarie. 

Anche questa affermazione è errata.Trattasi di alcune opere di urbanizzazione secondaria realizzate dalla società che non sono state ancora liquidate perché il Comune vanta un importo ben maggiore nei confronti della medesima società. E difatti, nella convenzione di urbanizzazione la Calcio catania s.p.a. è stata onerata della realizzazione di un’opera sportiva del valore di € 500.000,00 mai realizzata. 

Il Comune di Mascalucia ha avviato un giudizio che pende dinanzi al T.A.R.S. Catania (n. 500/2018) con cui ha provveduto a tutelare le proprie ragioni e soprattutto per fare in modo che la comunità di Mascalucia non perda il grande vantaggio che avrebbe ottenuto da questa prescrizione convenzionale. Il T.A.R. non ha accolto, purtroppo, la richiesta di ingiunzione di pagamento in corso di causa, per via della contestazione del quantum, dell’importo dovuto da parte della società. Si è in attesa della fissazione dell’udienza di merito.

Anche in questo caso, l’Amministrazione procederà alla riduzione dell’importo scomputando le € 100.000,00 ove dovute.

– Terza precisazione. La società Calcio Catania si guarda bene dal riferire che tutti questi contenziosi nascono da inadempimenti dovuti a proprio fatto e colpa.

Tra l’altro l’Amministrazione, visto l’oramai considerevole importo accumulato per il mancato versamento delle tasse, è costretta ad attivare anche rimedi di esecuzione forzata in proprio.

Il Comune è ben felice di ospitare una struttura come Torre del Grifo, ma ragione preminente sottesa all’interesse pubblico è che la società sia un buon contribuente, di modo da portare alla città benessere. Invece sinora la società calcistica non ha onorato alcuno dei suoi obblighi.

Non si dimentichi anche che pende dinanzi al Tribunale Civile di Catania (n. 86/2016 R.G.) la causa per il risarcimento per i danni arrecati al campo Turi Guglielmino utilizzato dalla società calcistica e lasciato ammalorato e ad oggi inutilizzabile. Con una recente ordinanza il Giudice ha fissato l’udienza del 2 Luglio prossimo per tentare la conciliazione, rimettendo alle parti di manifestare un concreto impegno. L’Amministrazione ha già mostrato segni d’apertura, ai quali non è seguita mai una proposta da parte della società”.

 

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26 Aprile 2018, 07:01

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