Cronaca

Torre, torturato e bruciato vivo: Adornetto rinviato a giudizio

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16 Dicembre 2020, 19:23

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CATANIA – Torturato e poi bruciato vivo. Giuseppe Torre, nel 1992, aveva solo 18 anni. Nemmeno la sua giovane età lo ha salvato dalla mano assassina del clan del Malpassotu, il braccio sanguinario dei Santapaola-Ercolano negli anni della mattanza.

Tra i 25 omicidi dell’inchiesta Thor quello del giovane di Misterbianco è forse il più atroce e orripilante. Alfio Adornetto, l’uomo che avrebbe fornito ai killer le indicazioni utili per poter rintracciare il ragazzo. L’unica colpa di Torre era stata quella di essere figlio di una donna che avrebbe avuto contatti con il boss Gaetano Nicotra, nel mirino del gruppo mafioso del capomafia Giuseppe Pulvirenti (deceduto dopo alcuni anni dal pentimento). Il gruppo mafioso era convinto che dal giovane avrebbero potuto informazioni sul nascondiglio del latitante.

La gup Maria Ivana Cardillo ha rinviato a giudizio Alfio Adornetto, insieme a Vincenzo Santapaola, classe 1956, accusato dell’omicidio di Alfio Bonanno commesso il 19 ottobre del 1995. Il processo si aprirà il prossimo 2 marzo 2021 a Bicocca davanti alla prima sezione penale della Corte d’Assise. 

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Per i due omicidi si sono costituiti parte civile i familiari di Torre, assistite dagli avvocati Salvatore Vitale e Francesco Baffi, e la figlia di Bonanno, rappresentata dal penalista Dario Pastore. 

Rinviato a giudizio anche Sebastiano Nardo, boss del clan di Lentini. Il processo si celebrerà davanti alla Corte d’Assise di Siracusa. Gli altri 26 indagati, come già pubblicato su LiveSiclia, stanno affrontando l’udienza preliminare davanti al gup. A febbraio comincerà la requisitoria del pm Rocco Liguori, che ha coordinato l’inchiesta del Ros. 

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16 Dicembre 2020, 19:23

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