26 Ottobre 2013, 00:05
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PALERMO – La Sicilia può farcela, nonostante la rivoluzione di Rosario Crocetta stenti ancora a dare i suoi frutti. Parola di Falvio Tosi, il sindaco di Verona ormai lanciato verso la candidatura alle primarie nazionali del centrodestra (sempre che si tengano) e che oggi è stato ospite a Palermo di un confronto con gli imprenditori e gli amministratori locali organizzato dal Movimento Nuova Repubblica di Manfredi Ravetto e Dario Pennica.
Una presenza che non è passata inosservata, vista l’origine leghista di un primo cittadino che si va affrancando sempre di più dal Carroccio per proporsi come un leader moderato candidato alla guida dell’intero Paese. E se Tosi dice di non credere al partito dei sindaci “perché l’Italia è bipolare”, malgrado i primi cittadini siano quelli percepiti con maggiore benevolenza dall’opinione pubblica, ammette di non essere nemmeno il candidato della Lega per le primarie del centrodestra: “Primarie che dovrebbero tenersi – spiega a Livesicilia – altrimenti bisognerebbe spiegare perché non le si vogliono”.
Un intervento, quello del sindaco, che rientra nell’ambito di alcuni incontri promossi dal Movimento di Ravetto, uomo vicino a Luca Cordero di Montezemolo e a Italia Futura almeno fino all’avvicinamento con Fini e Casini. “Siamo liberali e moderati – spiega Pennica, segretario regionale, fra i trenta fondatori del movimento e di professione direttore del mensile Sicilia Motori – ma non siamo né di destra, né di sinistra. In Basilicata sosterremo alle Regionali di novembre il candidato del centrosinistra Marcello Pittella (fratello del vicepresidente del Parlamento europeo Gianni, candidato alla segreteria nazionale del Pd, ndr), mentre finora abbiamo incontrato Giulio Tremonti a Roma e oggi Tosi. Poi toccherà anche a Renzi. Gli italiani vogliono persone che propongano soluzioni fattibili, non importa se sono veterani della politica oppure no, noi non siamo rottamatori: quella che viviamo è la terza fase della Prima Repubblica, per questo ne serve una nuova partendo dai Comuni”.
E il sindaco di Verona non ha deluso le aspettative, attirando soprattutto la curiosità di imprenditori (come Tommaso Dragotto e Rosario Basile) e politici dei diversi schieramenti: da Michele Cimino a Pippo Fallica e Giacomo Terranova, da Toto Cordaro a Totò Lentini passando per il segretario nazionale del Pli Stefano De Luca. Una curiosità dettata, forse, anche dalle evoluzioni del centrodestra e dalla possibilità che Tosi diventi un candidato di peso nella corsa alle leadership della coalizione. “In Sicilia del resto ho tanti amici – dice il sindaco – e ho sempre avuto posizioni discordanti con Bossi sulla secessione, ecco perché vengo qui con serenità. Crocetta è un segno di discontinuità, anche se non ci sono stati finora risultati apprezzabili e concreti. E dire che la Sicilia ogni anno, secondo i dati del ministero dell’Economia, riceve otto miliardi di euro in più rispetto al Veneto a parità di popolazione: quasi tutti finiscono per pagare 60mila stipendi pubblici e sono sicuro che i siciliani non siano contenti di questo sistema, frutto di scelte clientelari. Una rabbia manifestata anche dal voto a Grillo. Per questo bisogna dire basta agli sprechi”.
Un pensiero è andato poi a Palermo e al collega (ed amico) Leoluca Orlando – “I cittadini hanno scelto il cambiamento rispetto a dieci anni di malgoverno del centrodestra” – che ha prontamente ricambiato: “Flavio Tosi, pur da uno schieramento diverso dal mio – ha detto il Professore – è espressione del fondamentale ruolo dei Sindaci nella costruzione di forme di rappresentanza democratica legate ai bisogni e allo sviluppo delle comunità locali. Sono proprio quei bisogni e quelle esigenze di sviluppo a essere troppo spesso mortificati da logiche di apparati autoreferenziali e da politiche nazionali senza anima”.
Nel pomeriggio si è tenuto un incontro nella sede di Confindustria Palermo dove Tosi ha risposto alle domande del presidente Alessandro Albanese e del direttore dell’agenzia di stampa Italpress Gaspare Borsellino, in una sala gremita di giovani, donne e imprenditori. “La Sicilia – ha detto il sindaco di Verona – abbandoni le politiche assistenziali basate sui lavori socialmente utili e investa le sue risorse in infrastrutture”.
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26 Ottobre 2013, 00:05