30 Maggio 2022, 18:18
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“Ringrazio l’avvocato Salonia per la sua iniziativa di costituire un comitato e di avviare una raccolta firme nei miei confronti per chiedere che io possa candidarmi, ma il mio tempo per la politica attiva è finito. Nel senso che non ho intenzione di candidarmi e di tornare ad essere votato”. Lo ha affermato l’ex governatore Totò Cuffaro a Messina per presentare la lista di candidati del suo partito, Dc Nuova, che appoggia il candidato a sindaco del centrodestra, Maurizio Croce.
“La riabilitazione in generale è un meccanismo previsto dalla procedura penale della legge – ha aggiunto – qualora si decidesse di farlo si dovrebbe attivare una procedura per arrivare a questo risultato. Credo che in un Paese come il nostro dove la pena viene considerata riabilitativa, va da sé che dopo che la persona si è rieducata possa tornare a fare il suo lavoro. E se uno fa il medico, l’avvocato, l’ingegnere, l’architetto e viene interdetto perpetuamente dall’avere rapporti con la pubblica amministrazione – ha osservato – è chiaro che la rieducazione che non ha seguito. Penso che bisogna prevendere nel principio costituzionale che una volta rieducati si possa tornare a fare quello che faceva”.
“La mia vicenda giudiziaria è piuttosto complicata e non ne parlo mai. Certamente hanno escluso qualsiasi mia collusione con la mafia. Ci sono tre gradi di giudizio l’hanno escluso. C’è invece un singolo episodio di favoreggiamento che mi è stato contestato, prima semplice poi aggravato dalla mafia, poi il procuratore generale ha ritenuto che non ci fosse l’aggravante, e infine la Cassazione ha deciso che c’era”. Lo ha affermato l’x governatore Totò Cuffaro a Messina per presentare la lista di candidati del suo partito, Dc Nuova, che appoggia il candidato a sindaco del centrodestra, Maurizio Croce.
“Io rispetto le sentenze – ha aggiunto – come è giusto che sia, soprattutto quelle che ti graffiano le carni perché è più difficile rispettare le sentenze ti hanno fatto del male. È facile rispettarle quando graffiano le carni degli altri. Rispetto anche questa sentenza – ha concluso – che mi ha creato sofferenza, dolore e anni di privazione della libertà. Ritengo di aver fatto il mio dovere e il mio diritto di rispettare la sentenza. Perché i doveri si ottemperano e i diritti si scelgono”.
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30 Maggio 2022, 18:18