22 Agosto 2023, 18:05
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Piaceva a moltissimi, se non a tutti, Toto Cutugno. Ma, anche quando non piaceva, era amato perché icona e interprete di una italianità ruspante e genuina, quella del “partigiano come presidente”.
Un successo meritato: perché l’impresa eccezionale è essere normali o nazionalpopolari. Era a prova di sfottò, il Toto nazionale, con il suo mito inossidabile. Perfino per gli ironici strali di uno spirito corrosivo come quello di Beppe Grillo, in una celebre comparsata a Sanremo, nell’ottantanove.
Era siciliano per parte di padre, il cantante scomparso: Domenico, sottufficiale di Marina, originario di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina. Fu proprio papà Domenico, suonatore di tomba, a spingerlo sulla strada della musica, già a nove anni. Toto ha parlato spesso del suo legame con la Sicilia, in termini caratteriali di passione e generosità.
Non è stata semplice, la vita di Toto, ‘l’italiano’. Lui stesso si era raccontato, per esempio in una intervista al ‘Corriere della Sera’, riportando alla memoria la morte della sorella Anna, rimasta soffocata, mentre mangiava gnocchi, a soli sette anni. Lui ne aveva appena cinque. E altri dolori, come le gioie, sarebbero arrivati per quel bambino che non poteva immaginare il futuro e ancora non sapeva che sarebbe diventato una star. Adesso, il commiato. “Buongiorno Dio. Lo sai che ci sono anch’io”. (foto dalla pagina social dell’artista)
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22 Agosto 2023, 18:05