Totò Riina aveva una sciarpa verde

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18 Settembre 2011, 08:15

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Riina per farsi arrestare decise di indossare una sciarpa verde. Lo immagino, il giorno dell’arresto, avvicinarsi ad un armadio e scegliere di abbinarci una giacca marrone. Oppure Provenzano, che sistemò il suo foulard bianco sotto un volto sereno, accompagnando il tutto con una flemma mistica, come a voler rappresentare più la figura di un santone che quella di un mafioso. E poi lo stile da ragazzo “alla moda” di Gianni Nicchi, con pizzetto curato e piumino nero lucido. La mafia rende vanitosi.

Forse i boss conoscono parte del copione, sanno che un giorno verranno presi, e quindi mutano, diventano protagonisti e scelgono con cura l’abbigliamento da indossare, che rappresenti un loro “stile”, così da essere riconoscibili, istintivamente imitabili, facilmente rappresentabili in film, fiction e documentari. A noi rimangono fotografie, dichiarazioni e identikit ai limiti della caricatura: lo sguardo fisso di Falsone, i bei baffoni di Nitto Santapaola, la camicia firmata di Brusca, gli auguri di serenità di Michele Greco, le benedizioni di Provenzano, la rassicurante stempiatura di Domenico Raccuglia.

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Come con i cattivi dei fumetti, si tende all’estremizzazione delle caratteristiche. E allora perché stupirsi se viene arrestato “u scintilluni” in polo gialla e bandana e foulard rosso? Segue la sceneggiatura, vuole essere un’altra immagine storica, vuole esporsi con orgoglio alle telecamere; quindi sorride, si complimenta, saluta, si atteggia e finisce con il distinguersi dagli altri cattivi. Sa bene che l’immagine prenderà il sopravvento, e che un mafioso viene ricordato per come si presenta alla cattura, piuttosto che per ciò che ha fatto: infatti, non a tutti viene subito in mente chi fece saltare in aria via D’Amelio o chi sciolse un bambino nell’acido, ma gli occhiali da sole di Messina Denaro li ricorderemo bene.

E se qualcuno di noi possiede una bandana rossa, adesso inizierà a provarne fastidio, forse la metterà di lato, o la riporrà dentro un sacchetto che è dentro un armadio che si trova dentro una cantina che è nel sottoscala. E per fortuna – almeno questo – non è poi un grande sforzo per distinguerci.

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18 Settembre 2011, 08:15

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