Totò Riina incontra il figlio:| “Di via D’Amelio non so nulla”

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16 Settembre 2010, 15:45

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Dopo 14 anni di isolamento al 41 bis il capomafia corleonese Totò Riina ha potuto incontrare in carcere il figlio Giovanni, anche lui detenuto per una condanna all’ergastolo per omicidio. La conversazione tra il boss e il suo primogenito, intercettata dagli investigatori, e pubblicata in stralci dal settimanale L’Espresso, è una summa di
“sapere” mafioso. Dai consigli pratici al ragazzo (“Sposati una corleonese e mai una palermitana”), a messaggi sulle inchieste sulle stragi del ’92 (”Della morte di Borsellino non so nulla, l’ho saputo dalla tv”), alle attestazioni di stima verso l’altro padrino corleonese Bernardo Provenzano che – a dire di Riina – non avrebbe alcun ruolo nella sua cattura, come insinuato da alcuni – né alcun contatto coi Servizi Segreti: nel dialogo padre-figlio c’é di tutto.
Durissimo il giudizio del capomafia nei confronti dell’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino e del figlio Massimo, che ha svelato ai pm della trattativa tra Stato e mafia. “Infamoni sono padre e figlio e tutte queste persone”.
Un commento, il capomafia lo fa pure sul cosiddetto papello, l’elenco delle richieste che il padrino avrebbe rivolto allo
Stato dopo la strage di Capaci. “Non l’ho scritto io”, dice.

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16 Settembre 2010, 15:45

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