La prima riunione| della super-giunta Crocetta

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25 Novembre 2012, 07:00

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PALERMO-  Di buon mattino l’assessore Franco Battiato si reca a Palazzo d’Orleans. Tra le brume dell’alba scorge una figura assorta in meditazione. Fa freddo. Il profilo è rigido, quasi ibernato. A Franco pare di cogliere una sfumatura familiare. E’ lui o non è lui? Ma sì, ma sì! Un sorriso. Un balzo. Franco si avvicina. Ride, mentre il cielo si oscura perché Battiato che ride due volte (la prima nella famosa foto con Crocetta) in un millennio è un evento biblico. A Franco si illuminano gli occhi sumeri e anche un po’della dinastia dei Ming. La faccia è quella di un bimbo che abbia appena rubato un barattolo di dieci chili di Nutella del frigorifero. Quei capelli candidi, quelle rughe celesti. L’assessore Battiato non si contiene. Grida: “Manlio, Manlio!” (in do diesis). Sgalambro si gira di scatto. Non sembra contento. Dice: “Sono il professore Zichichi”. Comincia la giunta che dà l’avvio all’era Crocetta.

Dopo un po’ arrivano gli altri. Il bidello di Palazzo d’Orleans chiama l’appello: “Maestro eccelso Franco Battiato, professor illustrissimo Antonio Zichichi, attia ddocu”. L’ultima specificazione è per l’assessore alla Formazione, Nelli Scilabra. Che non è da sola. Il presidente della Regione si è reso conto che una studentessa fuori corso in giunta sarebbe mal tollerata. Così ha scritto un decreto universale sul rovescio della copertina dell’ultimo numero di ‘Panorama’ che consentirà all’assessore Scilabra di dare tutti gli esami in uno, con un semplice test di cultura generale. Nelli è una ragazza responsabile e ha portato con sé la sua vecchia maestra delle elementari che funge, appunto, da esaminatrice. La Sicilia non può attendere. La prova sarà sostenuta in giunta.

Si accomodano tutti al tavolo della Presidenza, ma prima l’assessore Marino ha cura di prendere le impronte digitali di ognuno. Il presidente non c’è. Franco Battiato e Antonio Zichichi, nel frattempo, intavolano una dotta discussione. “Egregio professore, lo sa che quando erano pieni gli alberghi a Tunisi nelle serate estive…”. “Caro maestro, v=lim∆t0 ∆x/∆t= dx/dt lim ∆t0 [x2 (t+∆t)-x1(t)”. Dal fondo della stanza si ode una voce: “No, Nelli, l’angolo retto non bolle a cento gradi”. E’ la maestra. Elementare. Si spalanca la porta. Entra un uomo con gli occhiali e la cravatta, molto elegante. In un sol colpo gli assessori si alzano e battono calorosamente le mani. Il coro tipo Antoniano, con Battiato che dirige: “Benvenuto presidente”. “Scusate, sono l’usciere. Volevo dirvi che il governatore ritarda”. Si siedono. Nell’aria c’è come un leggero sentore di mestizia.

L’assessore Basilico tossicchia si schiarisce la voce e inizia una lezione di economia e calcolo, con domandone finale: “Se ci sono cinque pulcini (Pio non c’è, va bene!?  ndr) sul ciglio della strada, passa un trattore e ne investe due, quanti pulcini restano?”. Nelli Scilabra fissa la maestra con espressione interrogativa. “Treeeee”, rispondono trionfanti gli altri. “No – conclude l’assessore Basilico – . Sono cardiopatici e muoiono per il dispiacere eh eh eh”. Gli assessori si danno di gomito. Bisogna capirla: è laureata in Lettere.

Si spalanca la porta. Entra un uomo con la cravatta molto elegante. “Minghia, Messina Denaro”, scatta l’assessore Marino. Battiato si risente: “Scusa, Manlio, che ci azzecca la dinastia dei Ming?”. Gli altri si alzano in piedi. Battono calorosamente le mani. Il coro: “Benvenuto, presidente”, sulle note di ‘Stranizza d’amuri’. L’assessore Bonafede accenna un passo di danza. Zichichi esclama: “Alabarda spaziale!”. Totuccio Spanò, addetto alle pulizie, inteso ‘Lord Brum Brum’ per la sua ricercatezza nel vestire e per il motorino capriccioso, ringrazia con un mezzo inchino, richiude la porta e se ne va. L’assessore Bartolotta fa una faccia da assessore Bartolotta. Cioè, non se ne accorge nessuno. Dal fondo della sala si sente una voce: “Noooo, Nelli, i pesci non hanno i polmoni. No! No!”. Nell’aria c’è come un leggero sentore di confusione. All’assessore Lo Bello gira la testa. Ha un mancamento. Repentina, l’assessore Borsellino chiama l’ex assessore Russo e chiede: “Tachipirina o aspirina?”.

Blitz. Si spengono le luci. Irrompe Antonello Cracolici vestito da partigiano, con Lumia a tracolla. Affigge alla parete un poster dell’ex presidente Lombardo e si dilegua. Momenti di silenzio. Si ode solo un flebile sussurro dell’assessore Marino: “Era Messina Denaro?”. Si riaccendono le luci.

Tra l’assessore Battiato e l’assessore Zichichi monta una certa tensione. Battiato: “E avete voglia di mettervi profumi e deodoranti, siete come sabbie mobili tirate giù”. Zichichi: “Raggio gamma e supercollisore. Tiè!”. “Noooo, Nelli, non si scrive accuario”.

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Si spalanca la porta. Un colpo di vento. L’assessore Marino: “Minghia, Messina Denaro”. Battiato si incacchia, gli tira uno schiaffone, ma becca l’assessore Zichichi che urla: “Maglio perforante”. Zichichi cafudda un pugno alla disperata. Il cazzotto prende in faccia l’assessore Scilabra. “Nooo, Nelli, non si dice: ho caduta”. L’assessore Borsellino chiama l’ex assessore Russo: “Com’è il numero? Centodiciassette?”. L’assessore Marino si avventa verso la porta. Inciampa sull’assessore Scilabra, esanime: “Minghia!”. Battiato accoltella Zichichi con la zanna di un cinghiale bianco che aveva nel taschino. Sbaglio c’è. Stavolta era proprio Sgalambro.

“Ufo robot, ufo robot!”, “Manlio!”, “No, Nelli, non si dice: mi ho fatto male”. Ecco, finalmente, il presidente. I superstiti fanno la ola. Tutti in coro: “Ciao, Raffaeleee!”.

 

 

 

 

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25 Novembre 2012, 07:00

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