Traffico di esseri umani: arrestata | Un certificato la tradisce

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15 Luglio 2013, 16:23

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CALTANISSETTA – Da quando alloggiava a “Villa Sergio”, una casa famiglia di Caltanissetta, si era convinta che sarebbe riuscita a nascondersi dalla polizia. Nike Adam, 36 anni, che viveva nella struttura di accoglienza insieme con il figlio di otto anni, aveva anche avanzato richiesta per ottenere un permesso di soggiorno per protezione umanitaria. Intanto, grazie ad un attestato provvisorio circolava liberamente in Italia. La donna, però era ricercata in tutti gli stati europei aderenti al trattato di cooperazione anticrimine internazionale con l’accusa di traffico di esseri umani, tratta di persona e riduzione in schiavitù di giovani donne avviate al meretricio.

Per questo è stata arrestata dagli agenti della squadra mobile di Caltanissetta che l’hanno individuata subito dopo l’avvio degli accertamenti foto-segnaletici e dattiloscopici esperiti dall’Ufficio Immigrazione al quale si era rivolta per ottenere il certificato. Ma al momento della compilazione della pratica di richiesta asilo politico, la polizia ha trovato corrispondenza con i dati depositati presso la banca dati Schenghen, riuscendo quindi ad individuarla e bloccarla.

La donna, originaria della Libia, tra il luglio 2011 ed il maggio 2012, girovagando per Frosinone, Parma, Castelvolturno e Palermo avrebbe organizzato e gestito dalla Nigeria, tramite la Libia, una tratta di giovani donne,  avviandole con violenza e minacce, alla prostituzione per poi incassare e spartire i guadagni insieme con altri sette criminali, tra cui un libico, insieme con lei a capo dell’organizzazione, da questi gestita in Libia e in Nigeria. Gli investigatori hanno accertato che le vittime venivano sottoposte anche a “riti woodoo” in Italia. Le giovani donne venivano adescate in Nigeria e tramite altri correi venivano fatte arrivare in Italia dove ad attenderle c’era Nike Adam che aveva il compito di ‘smistarle’ sul territorio nazionale e controllarle insieme con altre ‘maman’.

Nike Adam era ricercata dall’agosto 2012 dopo essere stata colpita da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Roma. Si trova ora rinchiusa nella sezione femminile del carcere di Agrigento a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il figlio, invece, è stato affidato al direttore della stessa casa famiglia in cui viveva su disposizione del magistrato del Tribunale dei Minori di Caltanissetta Simona Filoni.

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La piaga della prostituzione prevalentemente di giovanissime donne di colore – dice Marzia Giustolisi, dirigente della squadra mobile di Caltanissetta – è un fenomeno che non esula la città di Caltanissetta. Ecco perché abbiamo avviato una serie di servizi di controllo sul territorio così da identificare le varie prostitute e giungere a coloro che le sfruttano senza alcun scrupolo giovandosi della loro condizione di necessità”.

 

 

 

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15 Luglio 2013, 16:23

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