15 Gennaio 2013, 08:43
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ROMA – Maxi operazione di Polizia e Gdf – coordinata dalle procure distrettuali di Catania e Firenze e dalla Dna – contro due organizzazioni criminali somale accusate di traffico di esseri umani: 55 gli arresti in esecuzione. In manette un mediatore culturale dell’Ambasciata italiana di Nairobi e un collaboratore del World Food Program.
Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina di cittadini provenienti dall’area del Corno d’Africa e diretti, attraverso il territorio italiano, verso il Nord Europa, oltre che di contraffazione di documenti, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, riciclaggio ed altri reati. Secondo le indagini coordinate dalla Direzione nazionale antimafia, il cartello criminale, composto da cellule operative radicate in Italia, in Kenya e in Libia, conduceva i migranti verso Malta e la Grecia per poi convogliarli in Italia presso alcune basi logistiche individuate a Roma, Milano, Torino, Firenze, Prato, Bergamo, Cuneo e Napoli, considerate città strategiche per la loro vicinanza agli aeroporti che collegano, anche con voli low cost, le principali capitali europee. I migranti venivano quindi muniti di falsi documenti e avviati verso paesi del Nord Europa, in particolare Olanda, Francia, Danimarca, Regno Unito e, soprattutto, Norvegia, Svezia e Finlandia. In alcuni di questi Paesi sono state individuate altre cellule operative dell’organizzazione. Tra gli arrestati, anche Hussein Mohamed Abdurahman, soprannominato ‘Banje‘, mediatore culturale presso l’Ambasciata italiana di Nairobi (l’Italia non ha rappresentanze in Somalia), considerato il punto di riferimento per l’ottenimento, illecito, dei visti d’ingresso in territorio italiano e Mohamed Sheik Ali Bashir, collaboratore del Wfp. Altre 23 persone accusate di aver agevolato le attività illecite dell’organizzazione sono state denunciate a piede libero, mentre nelle prossime ore saranno eseguiti numerosi sequestri preventivi di attività economiche, conti correnti, agenzie di ‘money transfer‘ ed altri beni riconducibili alla stessa organizzazione criminale, il cui giro d’affari è stato stimato dagli inquirenti in circa 25 milioni di euro l’anno.
Le indagini, durate un anno e mezzo, sono state avviate dalla procura di Modica e, considerati i reati di tipo mafioso, sono state poi condotte – con il coordinamento della Direzione nazionale antimafia – dalla procura distrettuale di Catania, che ha individuato le responsabilità di 48 cittadini somali, e da quella di Firenze, che ne ha incastrato altri sette. Le attività sul territorio, culminate con gli arresti in corso di esecuzione, sono state condotte dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di stato, dalla Squadra Mobile di Ragusa, dal Gico della Guardia di Finanza e dal Nucleo di Polizia Tributaria delle Fiamme gialle di Firenze, mentre i profili internazionali sono stati curati da Eurojust, che ha ottenuto la collaborazione delle diverse Autorità giudiziarie straniere.
Aggiornamento h 13:19: Hussein Mohamed Abdurahman, il mediatore culturale presso l’Ambasciata italiana di Nairobi arrestato nell’ambito dell’inchiesta su un presunto traffico di migranti, “non è un dipendente del ministero degli affari Esteri, al pari del cooperante internazionale” Mohamed Sheik Ali Bashir, collaboratore del Wfp. Lo ha detto il procuratore della Dda di Catania, Giovanni Salvi, durante la conferenza stampa con cui sono stati illustrati i particolari dell’operazione. “Non si tratta di dipendenti della Farnesina o dell’ambasciata, né si trovavano all’interno: hanno solo utilizzato questo rapporto per i loro traffici”, ha aggiunto il magistrato.
Aggiornamento h 13:35. Sono ancora in corso di esecuzione le 55 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti cittadini somali accusati di aver dato vita ad un traffico internazionale di migranti: finora, è stato detto in una conferenza stampa presso la Direzione nazionale antimafia, le persone finite in manette sono 21. In particolare, dei sette ordini di custodia cautelare disposti dalla magistratura di Firenze ne sono stati eseguiti cinque (“ma siamo ragionevolmente ottimisti che anche i due che mancano all’appello possano presto seguirli in carcere”, ha detto il procuratore Giuseppe Quattrocchi), mentre dei 48 arresti della Dda di Catania ne sono stati eseguiti 14, ai quali deve aggiungersi un fermo e un arresto in flagranza di uno straniero trovato in possesso di materiale per falsificare documenti. “Circostanza, quest’ultima – ha commentato il procuratore della Dda catanese Giovanni Salvi – che conferma come il sodalizio smantellato fosse ancora perfettamente attivo”. Il fatto che gli indagati non siano stati ancora tutti arrestati, ha commentato il procuratore di Modica Francesco Puleio, “conferma la pericolosità e volatilità dell’ organizzazione”.
Aggiornamento 13:50: Uno dei cittadini somali arrestati a Firenze nell’ambito dell’inchiesta della Dna su un traffico di migranti “appartiene al clan somalo dei Murosade, che ha aderito alle milizie di al Shabaab: quindi c’é interesse investigativo per verificare eventuali ricadute di finanziamenti di attività terroristiche”. Lo ha detto il procuratore della Dda di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, in una conferenza stampa alla Direzione nazionale antimafia.(fonte Ansa).
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15 Gennaio 2013, 08:43