24 Febbraio 2014, 05:38
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CATANIA – Traffico illecito di rifiuti, associazione a delinquere e frode nelle pubbliche forniture. La maxi indagine sul sistema dei rifiuti nella provincia di Catania, curata dal Pm Valentina Sincero, sotto il coordinamento di Giovanni Salvi, è stata conclusa. Un vero e proprio tzunami si è abbattuto sulle falde dell’Etna.
Un lavoro spaventoso è stato portato avanti dalla Procura etnea, che si è avvalsa delle investigazioni dei carabinieri del Noe, impegnati in quattro anni di intercettazioni che hanno prodotto un totale di 10mila pagine di atti giudiziari. Il fulcro del sistema sarebbe stato rappresentato dalle principali aziende che si occupano dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani nella provincia di Catania e dal Comune di Mascalucia, ex polmone autonomista guidato da Salvatore Maugeri fino al 2012, pupillo di Raffaele Lombardo.
Maugeri -che si è detto sempre estraneo alle contestazioni, sottolineando di aver agito rispettando le leggi e nell’interesse dell’amministrazione comunale- sarebbe, secondo la magistratura, “capo, promotore e organizzatore del sodalizio criminale” insieme a Salvatore Giuffrida, presidente pro tempore della Mosema Spa, accusato di traffico illecito di rifiuti “anche pericolosi”, si legge nell’avviso di conclusione indagini di cui Livesicilia è in possesso.
“Farmaci, batterie esauste, oli esausti, apparecchiature elettriche, apparecchiature contenenti clorofluorocarburi sarebbero stati smaltiti attraverso il “sistematico” scambio di veicoli e targhe, la falsificazione dei documenti di trasporto, la realizzazione di discariche abusive nelle quali venivano sotterrati rifiuti di ogni tipo.
A collaborare con Giuffrida nel traffico di rifiuti sarebbero stati Rosaria Berbagallo, responsabile di cantiere della Mosema, Alessandro Canovai, dirigente Gesenu e consigliere delegato della Mosema, Marzia Copercini, segretaria, Gianfranco Di Mauro, responsabile amministrativo della Mosema, Francesco Fiumara, Capo Squadra, Giuseppe La Piana, coordinatore di cantiere, Mario Salamone, responsabile di cantiere, Salvatore Trovato, impiegato tecnico, Biagio Torrisi detto Gino, responsabile di cantiere della Gesenu Spa, Ivo Coli, dirigente della stessa azienda, Fabrizio Patania, responsabile di cantiere, Enzo Piermatti responsabile della Gesenu. Maria Concetta Castelli, palermitana, direttrice generale della Simeto Ambiente, sarebbe stata a conoscenza dell’utilizzo illecito dei veicoli per il trasporto dei rifiuti, della falsificazione dei formulari, avrebbe “consentito le condotte illecite della Mosema”, ma soprattutto, avrebbe informato Giuffrida delle indagini in corso e dei controlli che il personale del Noe e della Guardia di Finanza stavano effettuando”.
Della presunta associazione a delinquere farebbe parte, secondo quanto ipotizzano i magistrati, anche Domenico Piazza, capo area Lavori Pubblici del comune di Mascalucia, che in concorso con l’ex sindaco Maugeri avrebbero omesso di denunciare le condotte costituenti reato di cui venivano a conoscenza, avrebbero omesso di effettuare i controlli alle strutture e nei mezzi utilizzati dalla Mosema.
Gli investigatori hanno documentato che rifiuti anche pericolosi sono stati sotterrati nei terreni comunali e, in alcuni casi, anche in una discarica abusiva nei pressi di una scuola frequentata da migliaia di studenti ogni giorno.
Le indagini, nate dalla denunce dell’investigatore Massimo Scuderi e dell’ex consigliere comunale Fabio Cantarella, oggi vice sindaco, produssero, tra il 2007 e il 2012 un vero e proprio terremoto. Scuderi e Cantarella furono vittime di minacce di morte, vennero recapitate pallottole e lapidi anche nella redazione del mensile Paesi Etnei Oggi del compianto editore Carmelo Pitrolino.
LE REPLICHE Salvatore Giuffrida e Salvatore Maugeri, quando iniziarono le indagini intervennero sulla stampa locale sottolineando di aver sempre rispettato le leggi vigenti nello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. In particolare Maugeri ha evidenziato come l’isola ecologia, nella quale sono stati scovati rifiuti pericolosi, era stata avviata dalla precedente gestione dell’amministrazione comunale. Adesso hanno 20 giorni di tempo per presentare una memoria o chiedere di essere interrogati. La redazione di LivesiciliaCatania sta tentando di contattare i legali di tutti gli indagati.
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24 Febbraio 2014, 05:38