14 Maggio 2017, 05:56
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CATANIA – I contatti tra il clan catanese dei Ceusi e i trafficanti di armi egiziani è finito nella lente di ingrandimento dell’Europol che ha analizzato eventuali legami con possibili gruppi terroristici. Nella relazione 2017 dell’Europol che analizza i fenomeni criminali che interessano i Paesi membri dell’Unione Europea (SOCTA 2017), infatti, si pone l’accento sull’importante operazione dei carabinieri di Catania e della Dda catanese che la scorsa estate hanno assicurato alla sbarra due persone, una di queste storicamente legata alla famiglia mafiosa dei Ceusi del quartiere di Picanello. Un’operazione che ha ricevuto il supporto dell’Europol sin dall’apertura dell’indagine nel 2015 quando fu ritrovati in Francia un pacco, inviato con un corriere e destinato a Malta, con all’interno armi.
Le indagini portarono dritti al nome di Carmelo Piacente e della compagna Simona Puccia. I due sono stati arrestati e, dopo una prima condanna, il presunto trafficante di armi è sotto processo. “I due sospetti – si legge nella relazione dell’Europol – hanno acquistato oltre 160 armi modificate e rese inoffensive da un sito internet della Slovacchia. Alcune delle armi – è scritto- sono state riattivate e inviate all’isola di Malta attraverso dei pacchi corriere. Il trafficante italiano manteneva contatti con un trafficante egiziano coinvolto in attività illecite sull’immigrazione clandestina”. Per questo “i carabinieri – scrive ancora l’Europol – non hanno perciò escluso la possibilità che queste armi possano essere finiti nelle mani di criminali o di organizzazioni terroristiche che operano in quella regione”.
L’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Rocco Liguori della Dda di Catania ha portato importanti tasselli nella disamina dell’intelligence europea sul traffico di armi. Quanto escogitato da Carmelo Piacente da Catania potrebbe non essere un fatto isolato. Nella relazione infatti si dedica un paragrafo preciso sulla compravendita online delle armi. Soprattutto di pistole e fucili resi inoffensive attraverso un semplice travertino e che quindi, in alcuni paesi, sono lecitamente vendibili. Ma una volta acquistati, con un pò di esperienza, possono ritornare a essere delle funzionanti e pericolose armi da guerra. Con l’allarme terrorismo questo non è certo un fenomeno da sottovalutare. La domanda di arsenali da parte delle organizzazioni criminali terroristiche è alta.
“Le armi – si legge nella relazione Europol – sono frequentemente commercializzate online anche attraverso un mercato nella cosiddetta “darknet” (una rete nascosta a cui possono accedere solo utenti selezionati). Questo sviluppo ha registrato un significativo aumento nell’uso dei corrieri e dei pacchi postali come mezzo per trafficare armi e munizioni”. Questa tipologia di fornitore di armi, cioè quello che utilizza le piattaforme online per reperirle, sarebbe secondo l’Europol “uno degli attori principali del traffico illegale di armi nell’Unione Europea”. Il dato allarmante è che secondo l’intelligence europea “il commercio online di armi illegali attraverso diverse piattaforme si svilupperà ulteriormente nel prossimo anno”.
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14 Maggio 2017, 05:56