Il legale dei Graviano e la droga | Chiesti 28 anni per Memi Salvo

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29 Aprile 2016, 17:33

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PALERMO – L’avvocato aveva venduto la nuda proprietà della casa-studio dell’anziana madre. Quattrocento mila euro per un appartamento in via delle Magnolie. E aveva deciso di investirne 40 mila nel traffico di droga. Questa è la storia di un affare saltato e di un penalista, Domenico Memi Salvo, per il quale il pm Carlo Marzella ha chiesto una condanna a 28 anni di carcere. La Procura gli contesta ‘aggravante della transnazionalità. Il processo si svolge davanti alla seconda sezione del Tribunale di Palermo.

Secondo gli inquirenti, a finanziare l’organizzazione che faceva arrivare cocaina dal Perù sarebbe stato Salvo che aveva investito nel business il ricavato della nuda proprietà della casa-studio dell’anziana madre. L’avvocato venne arrestato a novembre del 2013. Alla fine l’affare saltò e Memi Salvo ci avrebbe rimesso trentamila euro.

Lui, legale dei fratelli Graviano, si era messo a disposizione dei potenti capimafia di Brancaccio. E scattò una condanna definitiva a quattro anni e otto mesi per concorso esterno in associazione mafiosa. Radiato dall’Ordine degli avvocati di Palermo, Salvo trovò ospitalità fra i professionisti di Locri, in Calabria. Di nuovo con la tessera in tasca era tornato ad indossare la toga pure a Palermo, tra tante polemiche. Poi, il nuovo arresto. Le indagini degli uomini della Sezione Antidroga della Squadra Mobile, allora diretta da Stefano Sorrentino, lo piazzavano tra i promotori e i finanziatori della banda di trafficanti. Suoi in parte, secondo l’accusa, erano i soldi che servirono per comprare una decina di chili di cocaina purissima.

La roba era stata miscelata con del silicone ed era diventata il doppiofondo di una valigia intercettata all’aeroporto di Lima, capitale del Perù. Davanti al giudice, Memi salvo disse che non voleva comprare droga, ma smeraldi.

 

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29 Aprile 2016, 17:33

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