21 Febbraio 2024, 16:54
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CAMPOFELICE DI ROCCELLA (PALERMO) – Un operaio edile di 49 anni, Mario Cirincione (in foto), è morto a Campofelice di Roccella, nel Palermitano, investito dal crollo del muro di un’abitazione in ristrutturazione che si trova in via Madonnina di Gibilmanna.
La ditta stava eseguendo dei lavori di ristrutturazione di un’immobile in campagna. L’operaio, originario di Lascari, è stato travolto dai blocchi di tufo che si sono sbriciolati e per lui non c’è stato nulla da fare. Sul luogo dell’incidente sta arrivando il medico legale e il magistrato di turno della procura di Termini Imerese. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, i sanitari del 118, carabinieri e personale dell’Asp.
La Fillea Cgil, il sindacato al quale Mario Cirincione era iscritto, domani pomeriggio incontrerà il sindaco di Campofelice di Roccella e proporrà la sottoscrizione di un protocollo sulla sicurezza nei cantieri. Saranno presenti alcuni edili che sciopereranno.
“Lo diciamo da tempo, è inaccettabile che il lavoro, che dovrebbe essere luogo di realizzazione e crescita professionale, sia invece causa di incidenti così gravi. Siamo vicini alla famiglia dell’operaio rimasto vittima, all’età di quasi cinquant’anni, a causa del crollo di un muro di una abitazione su cui stava lavorando, nel palermitano. Siamo stanchi di assistere a questa scia sangue”. Ad affermarlo sono Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani e Francesco Danese segretario generale Filca Cisl Palermo Trapani.
“Le indagini chiariranno le dinamiche ma per noi resta inaudito e inaccettabile morire così. Servono controlli in tutti i cantieri perché le regole devono essere sempre rispettate”.
Sul tema della sicurezza la Cisl sta avviando a livello nazionale una mobilitazione contro le morti e gli infortuni sul lavoro, con assemblee nelle fabbriche, nei cantieri, negli uffici e nei luoghi della produzione, per discutere di un decalogo scritto dalla confederazione sulle richieste del sindacato. “Bisogna aumentare il numero degli ispettori del lavoro, maggiore prevenzione, formazione, le garanzie sugli appalti pubblici vanno estese ai grandi cantieri privati e serve una stretta penale per le aziende che non rispettano le regole. Dalle scuole bisogna ripartire, poi, perché serve diffondere nei nostri territori una vera e propria cultura della sicurezza, perché sulla vita dei lavoratori non si può né fare economia né essere superficiali”.
Fra le proposte nazionali della Filca Cisl c’è dunque: la formazione obbligatoria preventiva sulla sicurezza a tutti coloro che entrano in cantiere, come prerequisito per l’avvio di attività-edile in Camera di Commercio per garantire che le nuove imprese siano preparate alle sfide che il mercato impone; l’introduzione della figura del promotore della sicurezza, un consulente per le attività ispettive e ancora alfabetizzazione edile per gli stranieri; una cartella digitale del cantiere trasparente per tutti gli appalti e garanzia dei lavori privati di mantenimento degli stessi standard contrattuali per tutta la catena d’appalto.
“Una tragedia dietro l’altra, ormai è un continuo, oggi è una giornata che rattrista tutti. Neanche il tempo di portare a termine un’azione di sciopero per rivendicare più sicurezza e denunciare quanto accade ogni giorno nei cantieri edili. E già piangiamo un nuovo morto”. Lo dice con sgomento il segretario generale della Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo che conosceva l’operaio Mario Cirincione.
“Siamo senza parole. Esprimiamo innanzitutto il nostro dolore e la nostra vicinanza alla famiglia – dichiara Ceraulo -. Di nuovo una tragedia in un cantiere privato, dove si stava intervenendo nella fase della messa in sicurezza del muro di recinzione di una villa in ristrutturazione, tra Campofelice e Lascari. Adesso bisognerà capire se erano stati presi i dovuti accorgimenti e fatti i rodaggi necessari per capire in che condizioni si trovava il muro. Ci si interroga sulle misure di sicurezza adottate. Tutte domande che ci facciamo e vorremmo una riposta per capire la dinamica di questo tragico infortunio. Di sicuro l’operaio non ha avuto scampo”.
“Oggi abbiamo scioperato e la dimostrazione che la protesta era necessaria è esattamente quello che si è verificato oggi, la morte di un altro operaio nei cantieri palermitani, che lascia sgomenti e che impone a tutti di intervenire senza se e senza ma – aggiunge Ceraulo -. È anche difficile da dire, ma per noi vale lo stesso principio, sia che si tratti di un morto, di due o di cinque: la reazione non può che essere la stessa. Chiederemo con forza il tavolo di monitaraggio. A questo punto andremo dal prefetto perché diventa fondamentale il tavolo su salute e sicurezza nei cantieri edili”.
Il bilancio della giornata di sciopero di Cgil e Uil, con le categorie degli edili e metalmeccanici, è stato positivo, con un’adesione del cento per cento nei grandi cantieri. Presidi con la partecipazione degli operai con gli striscioni #bastamortisullavoro si sono svolti al cantiere del Collettore fognario di Palermo, al cantiere dell’Anello Ferroviario in piazzetta della Pace, al cantiere Metro di viale Lazio Palermo, alle Cementerie di Isola delle Femmine, al cantiere del raddoppio ferroviario Ogliastrillo-Castelbuono al cantiere Rimed, centro biotecnologie di Carini. Al cantiere di piazzetta della Pace, hanno partecipato al sit-in e all’assemblea di Fillea e Feneal anche i segretari confederali.
“Il tema della sicurezza è caro ai lavoratori, lo sentono sulla propria pelle – prosegue Ceraulo –. Anzi ci hanno detto che le 2 ore di sciopero non sono risolutive ma bisogna alzare il tiro e il livello del confronto col governo. È inaccettabile per noi, a proposito, la battuta del ministro Nordio, il suo no all’introduzione del reato di omicidio sul lavoro. È un’affermazione al di fuori di qualsiasi contesto di società civile”.
“Mentre oggi protestavamo per chiedere più sicurezza nei luoghi di lavoro, un altro operaio è morto durante la ristrutturazione di un immobile. È inaccettabile. Nell’attesa di capire l’esatta dinamica dell’incidente e le possibili cause, esprimiamo la nostra più totale vicinanza alla famiglia della vittima e diciamo anche che siamo stanchi di ascoltare parole di cordoglio. Il lavoro e la sicurezza devono essere al centro dell’attenzione politica”. Lo afferma Luisella Lionti, segretaria della Uil Sicilia e Palermo, che proprio oggi insieme alla Cgil Sicilia ha appoggiato lo sciopero di due ore proclamato da metalmeccanici ed edili, dopo la strage di Firenze, per dire “Basta morti sul lavoro”.
“La situazione deve cambiare, ormai – aggiunge – ci siamo quasi assuefatti anche a questo genere notizie. In Sicilia più che altrove occorre creare le condizioni affinché non sussista la possibilità del ricatto della perdita del lavoro. Non abbiamo mai smesso di denunciare questa situazione i cui effetti in termini di arretramento sui diritti dei lavoratori erano prevedibili ed ora è arrivato il momento di dire basta”.
“Continuare a piangere le vite spezzate di persone che si recano a lavoro tutti i giorni, un diritto non solo citato ma anche promosso dalla nostra Costituzione, è inaccettabile. Siamo di fronte a una strage, perché è di questo che si deve parlare. Servono più controlli, e quindi, è anche necessario investire maggiori risorse sul personale da impiegare per far rispettare le norme. È fondamentale altresì, diffondere in modo non approssimativo ma capillare una cultura della sicurezza, ad ogni livello. E questo vuol dire nei luoghi di lavoro, così come a scuola e nei centri per l’impiego. Alle persone che ogni giorno vanno a lavorare dobbiamo dare garanzie, devono sapere che i luoghi di lavoro sono luoghi sicuri e dove il loro benessere è tutelato. A fronte della situazione attuale, che non accenna a migliorare, risulta necessario anche un inasprimento delle sanzioni per chi si dimostra negligente e incurante in materia di sicurezza perché le condotte criminose non possono essere accettate”. Lo hanno dichiarato in una nota congiunta Vincenzo Abbrescia, Commissario Reggente UR UGL Sicilia e Claudio Marchesini, Segretario UTL Palermo.
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21 Febbraio 2024, 16:54